Un team di scienziati ha scoperto il rettile maschio più piccolo del mondo: si tratta di un camaleonte appartenente a una specie nana
Si tratta del rettile maschio più piccolo del mondo, eppure non è solo questa la sua particolarità: il microscopico camaleonte della specie nana Brookesia ha anche un’altra particolarità, molto più osé. Insomma, si tratta a tutti gli effetti di un esemplare da record, che ci ricorda quanto la natura possa essere straordinaria, imprevedibile e, a tratti, decisamente misteriosa per noi esseri umani.
Questo camaleonte appartiene a una specie nana, la Brookesia, appunto, una di quelle che sta venendo usata come animale domestico. Notoriamente questi rettili sono minuti, superando difficilmente i tre centimetri di lunghezza. Tuttavia, l’esemplare osservato ha battuto il precedente record: misura appena 13,5 millimetri dal muso alla cloaca, il foro che essi utilizzano sia per espellere le feci che per la riproduzione. Insomma, un vero e proprio esemplare da record.
Questo animale è stato osservato in Madagascar, dove la sua specie vive, ed è stato subito notato dagli scienziati. In effetti, il piccolo esemplare di Brookesia nana era perfino più piccolo della sua femmina, che misurava circa 19,2mm. Quest’ultima non solo era più lunga del compagno, ma anche del geco caraibico, che attualmente detiene il titolo di rettile femminile più piccolo del mondo. Questo maschio, però, ha stupito i ricercatori anche per un altro aspetto delle sue dimensioni, che riguarda i suoi organi riproduttivi, come affermato nel video che si trova poco più in basso.
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Questi camaleonti hanno come organi riproduttivi i cosiddetti emipeni, due genitali tubolari che rimangono all’interno del corpo del maschio fino al momento dell’accoppiamento. Nella specie, la dimensione media di questi organi è pari a circa il 13 per cento della lunghezza del loro corpo. In questo esemplare, però, misuravano 2,5 mm di lunghezza quando erano completamente estroflessi, circa il 18,5 per cento della sua lunghezza totale del corpo. Un tratto certamente stupefacente ma non insolito.
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“Le specie più piccole hanno spesso le dimensioni genitali proporzionalmente più grandi“, ha affermato il coautore dello studio Mark Scherz, erpetologo dell’Università di Potsdam in Germania. La ragione? Starebbe nel dimorfismo sessuale, ovvero nel fatto che le femmine di questa specie siano molto più grosse del maschio: “Se la femmina rimane più grande del maschio, viene posto un vincolo alla riduzione della dimensione genitale maschile“, ha concluso Shcerz.
Matteo Simeone
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