La realtà del randagismo non è solo una piaga ma un fenomeno che rientra nella categoria del senso etico e civile di una società che non dovrebbe essere indifferente alla sofferenza. Eppure, troppo spesso accade un rimbalzo di colpe, battibecchi tra gli stessi volontari o amanti degli animali che operano in un territorio, puntandosi il dito a vicenda anziché essere solidali e darsi man forte per una causa.
E’ in parte il drammatico appello lanciato da una volontaria che sta organizzando una missione in Calabria, un territorio dove il randagismo e gli abbandoni sono una costante e dove il maltrattamento, l’indifferenza nei riguardi degli animali sono all’ordine del giorno. Sembra quasi che ci siano diverse realtà o dimensioni, vite parallele nelle quali ogni singolo individuo continua a vivere la sua vita indisturbato, senza aprire gli occhi, senza guardare e vedere tutta la crudeltà di un sistema che colpisce soprattutto gli animali. La disperazione dei volontari espressa in una bellissima e profonda lettera pubblicata sulla pagina Sos Calabria, nella quale la volontaria Laura denuncia le incoerenze e le difficoltà quotidiane nell’impegno per soccorrere i randagi.
“Chi pensa che un cane maltrattato o denutrito sia affare degli animalisti: si sbaglia. E’ miope e piccino. Perché è affare di tutti! Chi pensa che un animale ferito su strada sia impegno, cosa, compito e noia dei volontari, sta accoltellando la civilizzazione, il progresso, la cultura del suo paese. Oltre che offendere se stesso di idiozia!
Chi non lotta per il suo senso sociale, rinuncia alla sua dignità civica. Gli animali sofferenti non sono solo affare delle associazioni o dei volontari. Sono simbolo, sintomo e vergogna di un assetto sociale claudicante e malato. Sono un realistico e scioccante specchio per accorgersi dell’involuzione culturale!
I cani non sono affare solo dei volontari ma di tutti i cittadini che credono nel senso civico, che hanno una coscienza sociale, predisposti ad una maturazione culturale e all’emancipazione di se stessi”, scrive la volontaria.
Un messaggio pieno di verità, di stanchezze e di affanno, di rabbia e frustrazioni da parte di chi opera nel silenzio quotidiano, rendendosi conto che nonostante tutti gli sforzi, si accorge che non c’è modo di trovare una fine ad un incubo, alla sofferenza degli animali.
“Io, sono stufa che la Calabria non esista! Sono stufa che la Calabria resti invisibile a tutti! Che non gridi, non evolva, non urli, non racconti le sue tragedie animali! Sono stufa che non si alzi una mattina e strilli al mondo come e’ ridotta. Ma schiva e demoralizzata, resti li, nello stivale geografico a lamentarsi. Sono stufa che questa parte d’Italia sia ricordata per il caciocavallo, l’nduja e i funghi, ma non sia considerata nel suo delirante assetto sociale. Nel maltrattamento animale disseminato ovunque: nelle case dei suoi abitanti, sulle strade, nei canili. Sono stufa delle giustificazioni, delle motivazioni, delle scuse: sempre pronte”.
Ma quello che fa male è anche la guerra intestina tra coloro che dovrebbero semplicemente aiutarli e fare qualcosa. Spesso si danno contro e creano polemiche, forse per puro desiderio di protagonismo, laddove quello che conta è aiutare un animale sofferente, in pericolo che non ha nulla a cui aggrapparsi.
Sono stufa che i volontari in Calabria si facciano polemica stretta tra di loro! Che non si aiutino sinergicamente. Che si disperdano e non si uniscano a fare uno scudo compatto e lucente, contro le istituzioni opache che non funzionano. Sono stufa che non sappiano riconoscere la propria forza e giacciano nella flemma, nella lentezza. In un apatico stato di torpore! Amici, animalisti, volontari e cittadini di Calabria: Voi siete i Vichinghi della vostra modernità!
L’appello è esplicito è quello di chi ogni volta si trova in prima fila a dover combattere, rialzarsi ogni giorno, reinventarsi di continuo per trovare fondi, donazioni, espedienti per intervenire e non girare lo sguardo dall’altra parte:
Sono stufa e stanca di aiutare e passare oltre. Di salvare e lasciar stare. Di recuperare da strada cani investiti, con ossa lussate, scheletri fratturati. Feriti o menomati. Malati e denutriti. Sono stufa di recuperare, curare, far adottare e poi andare oltre. Sono stufa che per tutto debba esserci mollezza, ritardo, indolenza, pigrizia, ignoranza! Sono stufa di tutto quello che vivo ogni volta che organizzo dei recuperi sul territorio calabrese! Sono stufa che immagini come queste non siano viste, veicolate e denunciate
Immagini tristi di un territorio dove non c’è giustizia e soprattutto amore. L’appello è rivolto alla creazione di una missione operativa mirata a gestire l’emergenza:
PER CHI VUOLE PARTECIPARE:
Ecco Cosa SERVE:
* volontari esperti, coraggiosi, operativi. Equilibrati e sensati. Con gran senso di adattamento.
* associazioni serie e referenziate o privati affidabili che diano stalli, posti e disponibilità ad accogliere (gratuitamente) urgenze o cani da far adottare.
* donazioni, naturalmente. Finchè è stato possibile abbiamo sempre fatto tutto con le sole nostre risorse ma le difficoltà e le urgenze tra cani da far adottare, malati, feriti da operare o da recuperare aumentano e siamo costretti a chiedere il vostro libero gesto solidale
conto corrente:
IBAN: IT48C0760105138243182343184
Causale: scrivete pure ciò per cui volete che le vostre donazioni vengano utilizzate
* sterilizzazioni
* operazioni e interventi, cure veterinarie.
* sovvenzione per i viaggi operativi per recuperi, trasporti e staffette adozione.
Per INFORMAZIONI sul PROGETTO e S.O.S CALABRIA CONTATTATE:
Laura 339.1181842
laufabbri@gmail.com
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