Ci sono storie di persone che scelgono di diventare vegani: è il caso ad esempio di Chiara Collizzolli, nata da una famiglia di allevatori che produceva carne di suini. La giovane, in un’interessante intervista, ha raccontato il personale percorso imprenditoriale che l’ha portata da allevatrice di animali a imprenditrice vegana. Ha così avviato la propria azienda nel 2014, Artigiana Vegana, con la quale produce prodotti senza ingredienti o derivati animali, strettamente vegani.
Una brutta pagina di cronaca arriva ora dal Regno Unito: Louie Tom Fenton, 12 anni, è stato bullizzato per molto tempo dai compagni di classe. Il motivo? Il ragazzino aveva abbracciato il veganesimo. Purtroppo, dopo molte angherie, Louie Tom Fenton si è tolto la vita. E’ stato trovato impiccato nella sua abitazione, in bagno. Non c’era alcuna prova che Louie avesse intenzione di uccidersi e nessuna nota è stata trovata, viene spiegato ora nel processo sulla sua morte.
Il tragico gesto del ragazzino risale a gennaio di quest’anno, ma ora emergono particolari inquietanti. Catherine Fenton, la sua mamma, ha spiegato che i bulli sono giunti a lanciargli addosso della carne mentre il 12enne era a mensa. Louie Tom Fenton doveva anche mangiare in disparte e ha iniziato a fumare pesantemente per affrontare lo stress del bullismo. Suo padre, Graeme Fenton, ha negato che il figlio avesse intenzione di farla finita.
La famiglia è furiosa con la scuola e la accusa di non aver fatto nulla contro gli episodi di bullismo. Inoltre, non si sarebbe accorta dei comportamenti autolesionisti. La famiglia inoltre sostiene di aver incontrato più volte il preside e gli insegnanti. Dall’altra parte, la scuola nega qualsiasi tipo di responsabilità in questa vicenda.
Membro di Hertford Sea Scouts, Louie Tom Fenton era un grande appassionato di nautica e infatti aveva anche imparato a fare molti nodi. In una dichiarazione la sua famiglia ha detto: “Louie era un ragazzo meraviglioso, molto amato dalla famiglia e anche dagli amici. Aveva ampi interessi e ne era molto appassionato”. Insomma, i suoi cari definiscono il ragazzo un “giovane entusiasta a cui il mondo offriva l’occasione di scoperta e di avventura”. Louie “aveva un meraviglioso senso di umorismo e una risata infettiva”, scrivono. Dopo la sua morte la sua famiglia ha creato una pagina di Justgiving per raccogliere fondi per le cause a cui il 12enne teneva molto.
GM
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