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Quello che resta di un cane: le associazioni chiedono un sostegno al Sud

L’estate è un periodo molto critico per i 4zampe e i volontari che operano senza sosta per poter rimediare ai rifugi e canili sovraffollati e intervenire in soccorso di pelosi ridotti allo stremo. Appelli su appelli diramati sui social per adozioni e denunce di casi sconcertanti che mostrano il volto peggiore dell’uomo.

Ogni giorno, la cronaca animale riporta storie terrificanti di abbandoni, cani randagi trovati in condizioni gravi, portando ad interrogarci non solo su come l’uomo possa ridurre un animale in quelle condizioni ma anche restare indifferenti a questi orrori.

Dopo la serie di casi di questa estate, in ultimo il cagnolino torturato, trovato in un cassonetto con una corda al collo a Reggio Calabria, ecco che ad Agrigento, i volontari dell’associazione Aronne hanno voluto lanciare un appello per tutti i randagi, ricordando la storia di un cane di nome Aronnino, un bellissimo pastore tedesco raccolto dalla strada con una necrosi diffusa sul cranio. L’animale era così malridotto che sembrava un fantasma, arrivando a pesare a malapena una trentina di chili. Ma quel che ha sorpreso ancor più i volontari è come mai nessuno prima di loro si sia accorto di quel cane.

A distanza di tempo Aronnino è guarito anche se a causa della brutta infezione i veterinari hanno dovuto amputare le orecchie dell’esemplare. L’associazione con un video ha ricordato la storia di questo cane che ancora oggi è in attesa di un’adozione, lanciando una raccolta fondi per sostenere l’associazione che accoglie oltre 200  cani, molti dei quali bisognosi di cure e trattamenti.

Laddove le istituzioni sono assenti, purtroppo devono provvedere questi volontari e al Sud, dove il fenomeno del randagismo è più diffuso, la questione è allarmante.

I volontari hanno pertanto lanciato un appello affinché non siano lasciati soli di fronte alle spese e alle terapie che devono sostenere per continuare a tutelare e a salvare piccole vite. Un caso emblematico e rappresentativo delle condizioni in cui operano queste persone che sacrificano la loro vita, dedicandosi a queste povere bestiole, vittime dell’irresponsabilità di molti individui che se ne lavano le mani.

Per sostenere l’associazione clicca qui

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