Nei giorni scorsi, il parlamentare del Movimento 5 Stelle, Paolo Bernini, ha compiuto un’ispezione nel canile di Patti, nel messinese. L’esponente animalista ha quindi pubblicato un video su Twitter, sottolineando: “Cani divorati dalle mosche. Procura e Sindaco, si risolve così il randagismo?”. Bernini racconta una situazione complessa: “Tantissime le segnalazioni che sono arrivate da parte di cittadini di tutta Italia sul canile di Patti, a me, e al mio collega Alessio Villarosa. Abbiamo fatto diversi accessi agli atti che peró non ci hanno rassicurati”.
Dice ancora il parlamentare: “Mi sono recato per constatare se quanto mandato in onda dalle tv nazionali e le foto che circolano in rete corrispondessero alla realtà. Ho potuto verificare che la situazione è drammatica”. La denuncia è netta: “Nessuna segnaletica che indichi la presenza della struttura, nessun cancello, nessun operatore, nessun direttore sanitario, gabbie di fortuna ricavate con reti di materassi, cani scheletrici, cuccioli in gabbiette di pochi centimetri. Questo è lo scenario che mi sono ritrovato davanti. Tra l’altro molti cani, non essendoci recinzioni perimetrali, correvano sulla vicina strada col rischio di restare uccisi o di provocare gravi incidenti agli automobilisti”.
Inoltre, “ho richiesto un immediato intervento del Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina, che ringrazio, coadiuvati dai forestali e insieme ai veterinari dell’Asl”. Insiste Bernini: “Pare che la struttura sia sotto sequestro da una decina d’anni ma non c’è alcun sigillo E mi domando: dopo 10 anni come mai nessuno ha ancora messo in sicurezza gli animali? Il veterinario Asl ha inoltre asserito che lì non potevano entrare altri animali, ma purtroppo, ho trovato diversi cuccioli. Alcuni cani mangiavano le proprie feci, altri avevano gli occhi infestati da mosche e ferite infette, cani con patologie infettive sono insieme ai cani sani; parerebbe inoltre che la struttura sia un focolaio di leishmania e leptospirosi”.
Pronta l’interrogazione parlamentare
Bernini ha quindi concluso: “La proprietaria del fondo ha asserito che molti dei cani sono chippati a nome del Sindaco e che le vengono consegnati direttamente dalla polizia municipale. Qualora ció corrispondesse al vero e dovesse esser riscontrato dagli accertamenti in corso, provvederò a presentare, insieme al deputato Villarosa, un’interrogazione ai Ministri competenti,e a denunciare il Sindaco, diffidandolo affinché dia immediata esecuzione alla Legge 281/91. È solo mettendo in campo i precetti normativi e pretendendo impegni dallle amministrazioni comunali che si può sperare di risolvere il fenomeno del randagismo”.
La replica dell’Aidaa
Sulla vicenda arriva la replica dell’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente e del suo presidente Lorenzo Croce: “Bernini ci spieghi come funzionava il traffico di cani di cui era a conoscenza e ci spieghi anche come potevano esserci i sigilli su una struttura che detiene cani comunali e che rappresenta di fatto una proprietà privata. Ci dica anche questo signore che abusa del suo ruolo parlamentare quando intende scusarsi con coloro a cui ha fatto ingiustamente sequestrare i cani e sveli le ombre del suo rapporto con l’ex presidente di Eital”. Pronta la denuncia per diffamazione e falso: “Ho firmato la denuncia con molto piacere, certa gente dovrebbe lavorare e guadagnarsi in pane invece di rubare i soldi in parlamento inventandosi canili lager che non esistono solo a scopo sensazionalistico, mi domando cosa aspettano Grillo e Casaleggio a intervenire”.
I precedenti
L’onorevole Bernini non è comunque nuovo a questo genere di denunce. Dopo i recenti roghi sul Vesuvio, ha mostrato un video girato su Facebook all’interno di un canile di Torre del Greco. Qui centinaia di cani rischiavano di morire intrappolati dalle fiamme. Il suo impegno ha inoltre contribuito al sequestro del canile ‘Green Park’ di Torre Annunziata. Bernini era anche presente all’ispezione del canile di Mendicino, paese in provincia di Cosenza. Partecipò anche, poco prima, a quella del canile comunale di Mortara di Reggio Calabria, gestito dall’associazione Aratea. Infine, grazie alla sua denuncia vennero chiusi tre canili in provincia di Foggia.
Cani divorati dalle mosche. Procura e Sindaco, si risolve così il randagismo? #M5S pronto a scendere in piazza. #Sicilia deve cambiare. pic.twitter.com/jChv2Mg3Ug
— Paolo Bernini (@Bernini_P) 6 agosto 2017
GM