Protagonismo, desiderio di apparire, emulazione. Indignazione, rabbia e sconcerto. E’ l’altra faccia della medaglia dell’animalismo social, quello per cui il tam tam in rete contribuisce ad alimentare dei parossismi. A sollevare la riflessione sul tema degli appelli in rete, Onide Venturelli, delegato regionale dell’Associazione vegetariana italiana (Avi), interpellato da Corriereromagna.it.
Nell’intervista emerge il fenomeno dei video di animali sofferenti, ripresi da testimoni che chiedono aiuto pubblicando il filmato su Facebook. Anziché intervenire di persona, come ad esempio nel caso degli animali selvatici feriti, chiamando i soccorsi o le autorità preposte, molte persone realizzano un video e lo pubblicano chiedendo aiuto. Spesso capita che chiedono a chi è in linea di chiamare qualcuno magari segnalando nel post il luogo esatto del ritrovamento. L’autore del video a quel punto, forse sentendosi con la coscienza apposto, spesso lascia l’animale in quelle condizioni senza aspettare i soccorsi.
“La gente ormai fa così. Se vede un animale ferito non chiama i soccorsi ma scatta una foto e la mette su Facebook chiedendo a chi la vede di telefonare a chi può intervenire. Frequento poco i social network ma episodi del genere mi sono stati segnalati diverse volte. Chiaramente trattandosi di animali lo scandalo suscitato è minore ma mi permetto di dire che si tratta di comportamenti sbagliati, da cambiare”, sottolinea Venturelli.
Morte in diretta e coscienza individuale
Il paradosso di questo fenomeno è rimbalzato recentemente in primo piano con il caso di Gianluca Di Martino, un giovane ragazzo, sedicente volontario, il quale filmava spesso gli animali che aveva salvato, denunciando che erano stati avvelenati per poi pubblicare i video su facebook e chiedere aiuto. Un comportamento che ha fatto insospettire gli animalisti che si chiedevano perché anziché soccorrere l’animale, tentando di salvarlo in una corsa disperata dal veterinario, De Martino stava invece fermo e impalato, a documentare la morte in diretta.
Un protagonismo che pecca purtroppo di superficialità e che è indifferente all’animale.
Intervento di emergenza può salvare la vita di un animale
Quello che viene ricordato è che chiamando le autorità che intervengono tempestivamente, ci sono possibilità di salvare l’animale. Ma non solo. Ci sono diverse misure da prendere anche in base alla legge e al codice stradale.
Ecco cosa comporta aiutare un animale per strada
– Animale in mezzo alla strada: un animale ferito in mezzo alla strada dovrebbe essere segnalato per una questione di sicurezza anche della viabilità stradale. Dovrebbe essere anche protetto per evitare che sia ferito ulteriormente.
– Aspettare i soccorsi perché l’animale potrebbe essersi allontanato o spostato e le autorità potrebbero non ritrovarlo.
– Vi è una legge che tutela gli animali per cui nel caso degli animali domestici va segnalato alla polizia municipale mentre per gli animali selvatici spesso si tratta di chiamare i carabinieri forestali.
C.D.