Una storia che si ripete, a distanza di neanche un anno dalla vicenda dell’orsa Daniza, un esemplare femmina, madre di due cuccioli, deceduta a causa di una troppa forte dose di narcotizzante, somministrata all’animale che doveva essere catturato, dopo aver aggredito un cacciatore di funghi, nei boschi di Pinerolo, nel mese di agosto 2014.
Il caso sollevò lo sdegno internazionale e la notizia rimbalzò sulle pagine dei quotidiani non solo italiani ma anche esteri, accompagnata da un tam tam in rete, con tanto di petizione, contro la cattura di Daniza.
Nonostante ciò, la triste storia di Daniza non sembra aver dato i suoi frutti e adesso, nel Trentino è di nuovo caccia all’orso Kj2 che, lo scorso 10 giugno, ha aggredito un runner a Cadine.
Per ragioni di sicurezza, la Provincia di Trento sta valutando se catturare l’animale problematico per rinchiuderlo nell’area del Casteller a Trento oppure addirittura di abbatterlo.
Nel corso di una riunione della III Commissione consiliare, alla quale hanno preso parte il presidente della Provincia, Ugo Rossi e l’assessore Michele Dallapiccola, quest’ultimo ha spiegato che la provincia sta elaborando una strategia che sarà poi sottoposta al ministro per l’ambiente Gian Luca Galletti.
In linea di massima, la Provincia non intende chiedere una soglia numerica complessiva degli orsi per il Trentino, quanto invece avere la possibilità di intervenire nei confronti non solo degli orsi “dannosi”, ma di tutti quelli “problematici”, inclusi quindi quelli responsabili di attacchi all’uomo o altri comportamenti gravi.
Una strategia che deve adeguarsi anche al programma di ripopolamento degli orsi sulle Alpi centrali e orientali, promosso grazie al fondo di Life Ursus, per cui la Provincia ha ricevuto degli stanziamenti, facendo in modo che vi sia l’accettazione sociale del grosso animale selvatico.
Nell’ambito della riunione l’assessore Dellapiccola ha elaborato un resoconto della situazione “orsi” in Trentino, spiegando che ad oggi vi sono 41 orsi trentini sono 41, ai quali da aggiungerne 12/13 nati nel 2015.
“In questi anni di reintroduzione dell’Ursus arctos, sono 22 gli orsi che hanno lasciato il Trentino per andare a colonizzare altri territori. M25 si è stabilito tra la Valtellina e la Valcamonica, MJ4 ha per lungo tempo effettuato degli andirivieni dal bellunese, ma ora sembra stabilmente rientrato in provincia, M4 ha fatto molti danni sull’altopiano di Asiago, è rimasto poi ferito e attualmente è scomparso. Nessuna segnalazione certa consente di affermare la presenza di plantigradi nel Trentino orientale”, ha spiegato l’assessore.
Mentre per quanto riguarda la cattura di KJ2 e per la salvaguardia della popolazione sono al lavoro da giugno circa trenta forestali. KJ2 è una femmina nata nel 2002 e dopo l’aggressione di Cadine è stata identificata nel giro di 72 ore. Al momento, l’area in cui si sta muovendo è monitorata continuamente.
Infine, l’assessore ha dato un resoconto sulle aggressioni, rendendo noto che i falsi attacchi messi in atto dagli orsi sono stati 13 in totale, più 3 cosiddetti finti attacchi. Ovvero, questi “attacchi” nel complesso sono stati effettuati da non oltre il 5-6% della popolazione di plantigradi.
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