Una proposta da parte di un comune mal digerita dalle “gattare”: scattare delle foto a tutti i gatti per avere delle crocchette da dare loro.
Alcune proposte, molto spesso, vengono mal digerite. Quando di mezzo, poi, c’è la cattiva fede, va ancora peggio. In un mondo che fa fatica a credere ancora in concetti chiave, nella struttura societaria, come la solidarietà, la giustizia e un’etica che riesca a mettere dentro anche il rispetto per l’ambiente, è “normale” che la fiducia venga anche meno. Soltanto che, un mondo dove la fiducia viene meno in tutto, si può ancora definire mondo?
Quesiti importanti anche nell’ambito animale, dove spesso un intervento ritardato può anche costare la vita a qualcuno o metterla in pericolo, andando a trovare situazioni anguste di fronte a sé. Gli animali meritano la nostra fiducia, ma spesso, questa stessa fiducia, viene messa in discussione anche fra di noi esseri umani, che abbiamo solamente il compito di aiutarli.
Una diatriba si è aperta, nelle ultime ore, proprio nel comune di Roma. Per dare delle crocchette a dei gatti facenti parti delle varie colonie della capitale servirebbero delle foto che riprendono gli stessi gatti. Una cosa impensabile se si pensa che le “gattare”, in genere, hanno poco più o poco meno di 80 anni. Chiedere loro di scattare una foto, magari con uno smartphone non è proprio il massimo della “bellezza”.
Se le crocchette vuoi avere le foto devi scattare: la proposta del comune fa scattare la protesta
Partiamo subito dal punto centrale, il testo recitato dalla proposta. Così si “immischiano” le parole nello scritto emanato dal Comune di Roma: “Il richiedente si impegna a fornire documentazione fotografica pe ogni gatto presente nella colonia felina del loro censimento che dovrà essere trasmessa entro 90 giorni al seguente indirizzo email dipambiente.tutelaanimali@comune.roma.it”.
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Alla base di ciò si potrebbe avere anche una proposta interessante, per capire quanto cibo recepire. Ma non si capisce il motivo delle foto. Mancanza di fiducia? Ingiustizia, precedentemente, messa in atto da qualcuno? Volevo avere chiaro il quadro della situazione, perché non trasparente nei mesi precedenti? Ecco, forse qualcuno dovrebbe dare delle spiegazioni in più, perché molto spesso, le gattare, hanno poco più o poco meno di 80 anni e come dicevamo in precedente diventa tutto molto più difficile per loro.
A intervenire, per primi, sono stati Enpa Roma e la Lega nazionale per la difesa del cane della sezione di Ostia. Entrambe le associazioni hanno dichiarato: “Siamo esausti, così si mette a rischio il benessere degli animali. Le colonie, a Roma, sono gestite da signore di 80 anni. È mai possibile imporre loro di fotografare dei gatti, che la maggior parte delle volte non si espongono nemmeno quando c’è del ‘cibo in tavola’?”.
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Un grosso problema che non intende ridimensionarsi. I volontari di tutte le associazioni presenti nel territorio romano e limitrofo, promettono battaglia in tutti i modi, affermando che questo è l’ennesima provocazione verso che cerca di tutelare la salute e il benessere di questi animali. A quanto pare sono disposti ad andare avanti, se ce ne sarà il bisogno, in tutte le sedi possibili, prevedendo anche quelle legali.