Un rimedio concreto alla caccia selvaggia: il progetto sperimentale Rhisotope per contrastare il bracconaggio di rinoceronti rendendoli radioattivi.
Purtroppo a volte i controlli non bastano e i bracconieri riescono comunque a raggiungere il loro crudele scopo, quello di uccidere esemplari di rinoceronti non solo per puro ‘divertimento’ ma anche a scopo di lucro. Infatti ancora oggi vi è un commercio nero dei corni di questo animale e, per quanto i controlli e le pene si siano intensificate, non si è ancora trovata una soluzione definitiva, almeno fino a ora. Il progetto sperimentale Rhisotope che rende i rinoceronti radioattivi, consente di tutelarli meglio: tutte le informazioni utili sul piano.
Negli ultimi anni pare non riuscire ad arrestarsi la minaccia verso i rinoceronti, ancora vittime di bracconieri e dei cambiamenti di clima e di habitat che ne mettono fortemente a rischio la sopravvivenza. Oltre ad essere dunque causa dei luoghi abitati e indirettamente delle variazioni del clima, l’uomo si rende anche crudele (e spietato) predatore alla ricerca del corno.
In particolare è il mercato nero asiatico a richiedere quello che è, ancora per molti, un potente rimedio miracoloso ai problemi dell’esistenza: i bracconieri guadagnano migliaia di franchi vendendo il frutto di caccia condotta con armi automatiche e l’ausilio di elicotteri (sebbene nel 2022 non vi siano stati esemplari di rinoceronti uccisi). Come contrastare questo fenomeno? Si è arrivati a ipotizzare un rimedio che agisca direttamente sugli animali a rischio, iniettando loro una sostanza che li renda radioattivi.
In questo consiste il progetto sperimentale Rhisotope, frutto di tre anni di studi e sperimentazioni e messo a punto pochi giorni fa dai ricercatori su una ventina di esemplari provenienti dal Sudafrica. Gli studiosi hanno pensato di inserire due microchip nel corno dei rinoceronti, che rilasciano radionuclidi, ovvero energia sotto forma di particelle subatomiche per scoraggiare il furto e il commercio del corno.
L’intervento è assolutamente indolore e innocuo per la salute di questi animali, ma rende il loro tanto ambito corno radioattivo e dunque inutilizzabile al consumo umano ma non solo. Infatti in questo modo sarà più facile segnalare la presenza (e l’eventuale scomparsa) dei corni di questi esemplari ‘trattati’ in porti e aeroporti, per scoraggiare la loro esportazione.
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La preoccupazione principale del team di ricercatori, guidati dal prof. James Larkin dell’Università del Sudafrica di Witwatersrand, in collaborazione con il RHPU, era la salute dei venti esemplari che sono stati scelti come cavie da laboratorio per il progetto Rhisotope: la loro condizione fisica sarà costantemente monitorata.
Qualora si confermasse la totale innocuità dell’iniezione di radionuclidi questo intervento proteggerebbe i rinoceronti dal rischio di essere cacciati per circa 5 anni. L’obiettivo è quello di capire se il metodo di renderli radioattivi funziona sui rinoceronti, per poi estenderlo ad altre specie a rischio.
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