E’ già passato un anno e ora è tempo del processo contro l’indagato per l’uccisione dell’orsa Amarena: tutte le novità.
Una data che si attendeva da tempo quella del 23 dicembre, a poco più di un anno dalla morte di un esemplare che è rimasto nel cuore di tutti. Gli animalisti e tutti i sostenitori della causa hanno chiesto a gran voce un processo contro l’indagato per l’uccisione dell’orsa Amarena. Ma grandi novità hanno sconvolto i piani iniziali: ecco cosa si è deciso circa il procedimento legale e quali sono tutte le novità a riguardo.
La LAV, la Lega Anti-vivisezione non poteva mancare all’appello: si è costituita parte civile, insieme ad altre associazioni, per chiedere giustizia per l’orsa Amarena, l’esemplare noto per le sue frequenti apparizioni nei pressi del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e barbaramente ucciso il 31 agosto del 2023. E l’uomo che l’ha colpita con colpi di fucile si è già costituito ai carabinieri.
Era diventata un simbolo per tutta la Regione, Amarena, l’orsa che spesso si vedeva da sola o accompagnata dai suoi cuccioli anche in prossimità dei centri abitati; non si era mai resa protagonista di alcun atto di aggressione, era davvero un esemplare pacifico e addirittura era stata uccisa quando era a quattro zampe, quindi in un atteggiamento assolutamente non violento.
Aveva ammesso di aver ucciso l’animale, un reato compiuto senza alcuna necessità e con efferata crudeltà: un atto che doveva essere punito. Numerosi sono state le richieste di un processo, che sono state accolte il 23 dicembre, dal tribunale di Avezzano. Ma perché in Abruzzo ci si convive con gli orsi e in Trentino si abbattono? Pare che l’atteggiamento del Presidente Fugatti non sia punitivo nei confronti dei numerosi atti di bracconaggio nella sua zona di competenza.
Se vuoi saperne di più, leggi un nostro approfondimento sul tema >>> Perché in Trentino vengono uccisi tanti orsi?
La mattina del 23 dicembre 2024 però le Associazioni che chiedono giustizia per la morte dell’orsa Amarena hanno ricevuto un’amara sorpresa: tutto il procedimento è stato rinviato a causa di una ‘eccezione di competenza per materia’. Ma la parte offesa, costituita da enti pubblici quali il Parco nazionale di Abruzzo, Lazione Molise, la Regione Abruzzo e il Comune di San Benedetto dei Marsi, non si arrende e chiede che si fissi al più presto al data di inizio del processo.
Si chiede una condanna e anche in tempi rapidi, per far sì che la situazione cambi: l’uccisione di un esemplare pacifico, in età riproduttiva, non solo è stato un atto crudele senza alcuna motivazione ma un ennesimo colpo ad una categoria di orsi già in via di estinzione come quella dell’orso marsicano.
L’atto deve essere punito e le pene dovrebbero essere inasprite, poiché attualmente consistono in due anni di reclusione (che poi si eviteranno) e una multa di importo inferiore al valore del fucile che è stato usato per commettere la barbara uccisione. Si spera che non si arrivi (come spesso accade) ad un patteggiamento o si ricorra ad altri escamotages per evitare una condanna più pesante.
L'inverno è un periodo particolarmente impegnativo per tutte le creature e anche ovviamente per gli…
Come proteggere cani e gatti dal freddo: tutti i consigli utili per affrontare l’inverno con…
Quali sono i dolci che non si possono dare al cane? Ecco l'elenco degli alimenti…