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Preoccupazione nel Pacifico per l’invasione dei “cetrioli di mare”

(Twitter University of Oregon)

Il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), un ente ambientale statunitense, sta conducendo già dal 2015 alcune osservazioni relative allo stato di salute delle acque dell’ Ocean Pacifico, riscontrando negli ultimi due anni un preoccupante aumento della percentuale di Pyrosomatida  nelle stesse.

I pirosomi, detti anche “cetrioli di mare” o “unicorni del mare”, stanno infatti destando preoccupazione e sono stati avvistati in grandi quantità sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Di loro si sa molto poco, a parte che appartengono all’ordine dei Tunicati, sono a forma di cilindro cavo e le loro dimensioni possono andare da pochi centimetri a 3-4 metri.

Trasparenti e luminescenti, a causa dei batteri nel loro organismo, i pirosomi si riproducono sia per via sessuale sia per via agamica, mediante gemmazione. Si trovano anche nel Mediterraneo, dove vengono chiamati lucie, e nell’Atlantico. Anomala è dunque la loro presenza nell’Oceano Pacifico.

Olivia Blondheim, studentessa diplomata presso la University of Oregon, sta studiando il fenomeno all’interno di un team di giovani ricercatori e spiega: “In questo momento stiamo cercando di imparare quanto più possibile dato che ne abbiamo l’opportunità. Però se continueremo a vederne così tanti, che impatto potranno avere sugli ecosistemi e sull’economia della pesca?”.

A lasciare perplessi è anche il fatto che i pirosomi di solito si sviluppano in alto mare, nelle acque più calde, mentre recenti avvistamenti ne attestano la presenza anche a Sitca, in Alaska. La presenza di queste creature era stata segnalata anche nel 2014 e nel 2015, ma non in maniera così massiccia come quella attuale.

La biologa marina Lisa-Ann Gershwin ha sottolineato come  questa presenza massiccia non sia affatto un fenomeno comune e che quindi questo dovrebbe preoccupare: “Una tale abbondanza suggerisce anche che potrebbe esserci qualche ragione non naturale dietro questo fenomeno”.

Nel frattempo, la nave scientifica del NOAA al largo delle coste dell’Oregon è riuscita a catturare ben cinquantamila esemplari di questi planctonici in appena cinque minuti. Una delle possibili spiegazioni del loro proliferare pare provenga dal surriscaldamento globale che sta alterando le temperature dei mari e degli oceani sull’intero globo.

Del resto questa è la causa scatenante di diverse alterazioni sia comportamentali e di abitudine in moltissime specie animali e vegetali, sia nel cambio di habitat che gli stessi sono sempre più soliti mostrarci, come attesta la presenza di flora e fauna tropicale nel bacino del Mediterraneo. Inutile dire che i principali problemi derivanti dalla presenza dei pirosomi riguardino i pescatori della zona, che se li trovano in abbondante quantità incagliati nelle reti.

Gabriele

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Gabriele

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