Una donna si è presentata alla cerimonia di matrimonio di una coppia di amici insieme al suo gatto, da allora viene evitata dagli invitati e degli sposi
Una ragazza ha raccontato la sua esperienza su una piattaforma social per ricevere pareri e consigli dagli utenti. La giovane era stata invitata al matrimonio di una coppia di amici del suo compagno e si è presentata alla cerimonia insieme al suo gatto.
A distanza di un anno dall’evento, la coppia ha scoperto che i novelli sposi e tutti gli invitati erano contrariati dal fatto che il felino fosse stato portato al ricevimento e hanno interrotto qualsiasi tipo di rapporti con loro.
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La protagonista di questa vicenda, dopo aver scoperto l’insospettata verità, ha riportato l’accaduto su Reddit, chiedendo l’opinione degli iscritti e in particolare se avesse sbagliato a portare con sé il micio.
La donna ha anche precisato che il suo gatto è un animale da supporto emotivo e non un semplice animale domestico, specificando che soffre di attacchi di panico quando si trova in luoghi affollati, come i matrimoni.
Non conoscendo la coppia che doveva convogliare a nozze, la ragazza ha affidato al compagno il compito di chiedere ai suoi amici se potevano portare l’animale, ottenendo il consenso degli sposi.
Dal racconto della giovane, la cerimonia è andata liscia, tranne che in due episodi.
Il gatto, un esemplare di Maine Coon di otto anni, è stato legato al guinzaglio e messo in un trasportino. Nel momento in cui la sala ha iniziato a riempirsi, la ragazza ha fatto uscire la gatta per tenerla in grembo.
Quando il micio ha cercato di pulirsi, agitandosi, ha fatto suonare il suo guinzaglio, che ha emesso un tintinnio. Alcuni tra gli invitati si sono voltati in direzione dell’animale, mostrando un’espressione infastidita. La ragazza ha provveduto a liberare il gatto dal guinzaglio, in modo che non emettesse il rumore.
In seguito, durante il ricevimento, il felino si è posizionato sotto il tavolo. Quando la proprietaria ha controllato, si è accorta che il quattro zampe aveva graffiato le gambe del tavolo e la tovaglia. La donna ha riportato il fatto al compagno, con l’intenzione di comunicarlo agli sposi e risarcire il danno.
Terminato l’evento la giovane credeva che tutto sommato non ci fossero stati grandi problemi, fino a quando, un anno dopo, la coppia ha contattato gli invitati al matrimonio per incontrarsi con loro.
A quel punto gli amici si sono negati e hanno espresso la chiara intenzione di non avere contatti con la ragazza, accusandola di “aver portato un gatto non addestrato al matrimonio di qualcun altro“.
La giovane addolorata e delusa, non solo dall’atteggiamento degli invitati ma anche dal fatto che le abbiano taciuto la loro opinione per tutto questo tempo, ha raccontato la storia nel post.
Tra gli utenti che hanno partecipato alla discussione, uno in particolare ha domandato se i futuri coniugi fossero al corrente del fatto che l’animale da supporto in questione fosse un gatto. La donna ha replicato che, quando è stata avanzata la richiesta di portare l’animale, non hanno specificato il tipo perché non lo reputavano rilevante.
Alcuni hanno espresso il loro disaccordo sul fatto che la coppia che stava per convolare a nozze fosse all’oscuro del fatto che l’animale fosse un felino e che ne sia venuta a conoscenza solo al momento del loro arrivo.
Un altro utente ha fatto notare che nonostante il micio svolga l’importante compito di animale da supporto emotivo, non è addestrato, e per questo non ha avuto un comportamento adeguato, procurando dei danni alla struttura dove si è svolta la cerimonia.
Ma oltre al mancato addestramento del felino, vi è da considerare che alcune persone sono allergiche ai gatti e di sicuro non si aspettano la loro presenza ad un matrimonio. “Se anche un solo ospite avesse avuto una reazione allergica al gatto, il loro malessere probabilmente avrebbe superato il beneficio che hai ottenuto dalla sua presenza lì.”
Infine un ragazzo ha concluso: “Gli animali da supporto emotivo sono indubbiamente utili, ma non sono animali di servizio e non puoi aspettarti che le persone le accettino, soprattutto se non addestrate e procurano danni”.
M. L.
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