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Porta fuori il cane e trova un dente di megalodonte

Una giovane ragazza mentre era in passeggiata con il suo cane, trova il dente di un megalodonte

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Kayla Klatt stava facendo una passeggiata con il suo cane nella riserva naturale di Eglin, in Florida quando ha scoperto un dente gigantesco che appartiene alla specie ormai estinta di uno squalo preistorico, il Carcharocles megalodon,  noto meglio come megalodonte. Un gigante tre volte più grande dello squalo bianco e che arrivava a misurare anche 18 metri di lunghezza.

La giovane ha raccontato che si è trattato di una scoperta causale, lungo un sentiero dove si recava spesso a passeggiare con il cane. Il dente è stato studiato da tre paleontologi dell’Università della Florida che hanno confermato che appartiene al megalodonte.

I denti di questo squalo gigantesco, arrivavano a misurare una ventina di centimetri, come la lunghezza di una banana. Considerando che lo squalo aveva ben 276 denti, si può solo immaginare cosa fosse la potenza del suo morso.

I ricercatori hanno ipotizzato che il dente sia arrivato lungo il sentiero dopo i lavori di rifacimento della strada sterrata. Probabilmente era incastrato in alcuni rammenti di pietre dalle quali si potrebbe essere staccato. Questa teoria è anche confermata dal fatto che sia stato trovato proprio lungo il sentiero sterrato. Inoltre, nella parte della radice del dente sono presenti frammenti della roccia originale nel quale era incastonato.

“Questo è in realtà un indizio importante per risalire alla provenienza del campione. E’ sempre importante preservare frammenti delle rocce da dove provengono questi reperti”,  ha dichiarato Richard C. Hulbert Jr., responsabile delle collezioni, Divisione di paleontologia dei vertebrati presso il Museo di storia naturale della Florida.

La giovane è rimasta affascinata dalla scoperta: “Questi denti hanno milioni di anni”. Lo avrebbe notato per strada, vedendo il bordo frastagliato del dente che ha catturato la sua curiosità.

Le istituzioni hanno commentando l’accaduto, ricordando ai cittadini che nel caso di scoperte di reperti antichi, prima di rimuoverli dal luogo, è prima necessario informare il personale della riserva. In questo caso, per fortuna, non si è trattato di un fossile locale, bensì di un reperto che è stato portato in quel luogo durante dei lavori di manutenzione.

Il megalodonte o megalodon

Il Megalodonte viene spesso confrontato allo squalo bianco, come suo antenato. Tuttavia, a differenza dello squalo bianco che può arrivare a misurare 7 metri di lunghezza per un peso di circa 1900 kg, il megalodonte raggiungeva ben 18 metri di lunghezza per un peso di 50-60 tonnellate. Secondo le datazioni, questa specie ormai estinta, ha popolato i mari tra i 20 e o 3 milioni di anni fa. Molti fossili di questa specie sono stati individuati nei sedimenti che vanno dal Miocene al Pliocene (tra 3,6 e 4 milioni di anni fa).

Secondo le ipotesi, la specie si sarebbe estinta a seguito di un evento astronomico, che provocò un’estinzione di massa del pliocenico, sterminando il 36% delle specie marine. Il professor Adrian Melott, docente di Fisica e Astronomia è del parere che l’estinzione sia collegata all’esplosione di supernovae che ha generato la Bolla Locale nel Braccio di Orione, uno spazio vuoto del mezzo interstellare con una densità bassissima di gas. I raggi cosmici che furono prodotti avrebbero investito la Terra. I raggi portarono una pioggia di particelle radioattive chiamate muoni che avrebbero provocato gravi danni al DNA degli organismi scatenando varie forme di cancro.
Da uno studio guidato da Robert Boessenecker, docente presso il Dipartimento di Geologia e Geoscienze ambientali dell’Università della Carolina del Sud, la causa dell’estinzione del megalodonte sarebbe invece da associare alla diffusione del grande squalo bianco. Questo predatore è apparso sei milioni di anni fa e nel giro di due milioni di anni si diffuse nel mondo, entrando in competizione con i megalodonti sopravvissuti all’estinzione. Occupando lo stesso territorio di caccia, lo squalo bianco avrebbe portato il megalodonte all’estinzione.

 

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C.D.

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