Pochi giorni fa, una delle pagine più nere della nostra italia, ha visto persone morire nel crollo del Ponte Morandi di Genova. Subito dopo lo sgomento iniziale si è passati al vaglio degli accadimenti, per accertare di chi fossero le responsabilità di un dramma che, forse, si sarebbe potuto evitare. Con il passare dei giorni ne abbiamo sentite, e viste, tante, ma, manca ancora un tassello, che fa emergere un terribile sospetto. Quel tratto di strada è “coperto” da molte telecamere, essendo un tratto molto trafficato, ma tutte le telecamere che inquadravano il ponte al momento del crollo, sembrano non aver registrato proprio nulla.
Il crollo è avvenuto a ridosso di alcune case, con persone, e i loro animali, che si sono ritrovati in strada tra la paura generale. I nostri cari cani, come sempre avviene in questi casi, si sono prodigati nell’aiutare i soccorsi, trovando persone sotto le macerie, e facendo si chi si salvassero, ancora una volta, vite umane grazie a loro.
Il Procuratore Cozzi ha così dichiarato in merito al Black Out delle immagini: “Ci sono stati dei problemi nelle videoregistrazioni della società autostrade. Non posso dire che ci siano materiali di grande rilevanza o utilità. Il maltempo incideva sulla cattiva qualità delle immagini” e poi ancora: “La mancanza delle immagini vera e propria o l’interruzione delle immagini è dovuta, a quanto è dato di capire, a sconnessioni sulla rete dovuta al fenomeno sismico, al crollo insomma. In poche parole, un black out”. Tutto potrebbe anche essere giusto, ma come è possibile che il Black Out abbia cancellato anche il momento del crollo, dove si dovrebbe vedere realmente quale tratto del ponte abbia ceduto? Possibile che abbia deteriorato le immagini successive dopo il fragoroso tonfo, ma quelle fino a quel momento non possono aver subito alcuna ripercussione.
Nonostante questo piccolo “imprevisto” che lascia adito a più di qualche dubbio, lo stesso Procuratore Cozzi ha tenuta a precisare che: “Daremo tutte le risposte che il paese di attende. La procura in questi anni ha condotto indagini importanti su disastri ambientali e non si è mai smarrita nella foresta delle leggi, dei pareri e delle responsabilità. Stiamo parlando di un disastro senza precedenti, ma faremo tutto quello che è necessario.” Ovviamente dopo tutte quello che abbiamo sentito è lecito attendersi che chi debba dare risposte le dia, e chi debba pagare, paghi. Lo si deve non solo al popolo italiano, ma, soprattutto, a chi in questo crollo nefasto ha perso persone care.
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