Quello tra cavalli e mondo dello sport è un rapporto che è stato spesso al centro delle polemiche, basti pensare a quelle che si accendono in occasione di palii storici. In questi giorni, invece, sta facendo discutere e non poco una delibera della Federazione Italiana Sport Equestri. Con questa, infatti, si ammettono all’iscrizione ai Ruoli Federali i Cavalli DPA, ovvero destinati alla produzione alimentare.
La delibera, sottoscritta dal presidente della Federazione Italiana Sport Equestri Marco Di Paola, è del 5 dicembre. A sostenere la decisione, sono stati altri cinque consiglieri. Viene così di fatto cassata una regola nata nel 2006 e rideliberata nel 2015 nell’ambito del regolamento FISE per la Tutela del Cavallo. Nel vecchio regolamento si legge: “I cavalli che praticano attività ludico-addestrative, sportive e agonistiche hanno l’obbligo di iscrizione ai Ruoli Federali”.
Andando più nello specifico: “Possono quindi essere iscritti nei Ruoli Federali e praticare attività in ambito FISE solo equidi che sul documento identificativo sono stati indicati come NON DPA, ossia non destinati alla produzione di alimenti”. Dopo le nuove decisioni assunte, è scattata la protesta delle associazioni LNDC Animal Protection e Progetto Islander. I primi, attraverso la presidente Piera Rosati, sottolineano: “Credo sia necessario che la FISE prenda una posizione netta e neghi esplicitamente l’apertura all’iscrizione di cavalli dichiarati DPA perché tutti i nostri sostenitori chiedono risposte chiare, senza esitazioni”.
Proteste contro la decisione
Durissima anche Nicole Berlusconi – Presidente Progetto Islander: “La normativa del 2015 che ammette l’iscrizione ai Ruoli Federali solo di cavalli NON DPA è un segno distintivo della Federazione Italiana Sport Equestri, una conquista nella direzione del rispetto della vita di tutti i cavalli e i pony che entrano a farne parte e deve essere mantenuta inalterata. Si attende una comunicazione ufficiale chiara ed esplicita da parte della FISE che ripristini la normativa deliberata nel 2015”.
Nello specifico, si ritiene “inaccettabile e intollerabile che una Federazione di Sport Equestri condanni i suoi stessi associati”. La Fise, infatti, nel suo ruolo, tutela i suoi atleti, cavalli e cavalieri. Di fatto, consentendo la partecipazione a competizioni di cavalli destinati alla produzione di alimenti, li discrimina e li condanna. A meno di un anno dalla sua elezione, dunque, Marco Di Paola è finito sotto i riflettori. Spetta al presidente Fise ora rispondere a queste accuse e dimostrare da parte della federazione la volontà di tutelare i cavalli.
GM