Poffy è cane davvero speciale: si tratta di un terranova di quattro anni, che pesa 60 chili e che è un donatore di sangue. Questo grazie al suo proprietario, Lorenzo Catania, 26enne di Quaderni, frazione del comune italiano di Villafranca di Verona. Il giovane, all’incirca due anni fa, si è avvicinato al mondo dei cani donatori. La vicenda viene raccontata sulle colonne del quotidiano ‘L’Arena’. Lorenzo si trovava a un raduno di terranova a Padova, dove era presente un banchetto informativo dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. Sono stati loro a spiegargli cos’è un cane donatore.
Infatti, i veterinari del centro, da circa quattro anni, si occupano di reclutare cani idonei per creare una banca del sangue e in tutta la provincia di Verona ce ne sono solo dieci. I cani devono avere alcune precise caratteristiche: ad esempio pesare almeno 25 chili e avere almeno due anni di vita. Dati questi presupposti, è poi possibile rientrare nello specialissimo elenco, proprio come Poffy.
Spiega Lorenzo Catania: “Questo comporta molti vantaggi, uno su tutti: i controlli che sistematicamente gli vengono fatti. Una volta, prima della donazione abbiamo scoperto che Poffy aveva un piccolo problema, poi per fortuna risolto. Se non fosse stato per questo tipo di esame non mi sarei mai accorto. Sulle analisi, infatti, quando ci sono dei valori fuori dai limiti a fianco c’è un asterisco”. Poffy, avendo un gruppo sanguigno Dea1 negativo, è un cosiddetto donatore universale. I prelievi avvengono nelle strutture del canile sanitario di Verona, in via Campo Marzo.
Marta Vascellari, veterinario dirigente del laboratorio di istopatologia dell’Istituto zooprofilattico sperimentale, ne ha spiegato il funzionamento: “Tutte le sacche di sangue sono sottoposte ad approfonditi controlli e vengono poi conservate, fino al loro utilizzo, nei nostri frigoriferi. Alla banca possono accedere i veterinari oppure gli stessi proprietari dei cani”. Se vi sono emergenze, ci si può recare muniti di badge agli sportelli aperti 24ore su 24 per prelevare le sacche necessarie alla trasfusione. Questi sportelli si trovano ad esempio a Padova e Treviso.
La Vascellari prosegue: “Senza questa possibilità, la trasfusione può essere fatta dal veterinario stesso che in molti casi ha dei cani controllati a cui prelevare il sangue. Tuttavia può succedere che venga utilizzato quello di cani che invece non lo sono perché la situazione d’emergenza non consente una verifica approfondita: è un rischio sia per il donatore che per il ricevente”. Ottanta le sacche distribuite nel 2013, salite a 300 quest’anno. Ma è ancora poco e questo deriva da due fattori. Il primo è la paura dei padroni che il cane possa soffrire durante il prelievo. Il secondo la paura che il cane si stanchi.
La veterinaria smentisce però questi luoghi comuni: “Non c’è uno stress significativo per l’animale e nemmeno dolore”. Anche Lorenzo, il proprietario di Poffy, la pensa così: “L’unica sua preoccupazione è l’altezza del tavolo dove viene messo per la donazione di sangue, nemmeno si accorge dell’ago. Poi, una volta usciti dall’ambulatorio (l’operazione dura pochi minuti e viene rasata una piccola porzione di pelo sul collo) andiamo a mangiare il gelato sempre nello stesso posto. La proprietaria ormai ci conosce, sa che il mio cane ha appena donato e ce lo regala”..
GM
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