Tolleranza zero da parte del Tribunale di Livorno. E’ stato infatti respinto il reclamo del Comune di Piombino contro l’ordinanza del tribunale che risale all’ottobre del 2016 emessa a seguito della sentenza sulla causa intentata Alessandro Napoleoni contro il Comune per il disturbo del canile. La giunta aveva novanta giorni a disposizione per risolvere il problema delle “immissioni sonore superiori alla normale tollerabilità” dal canile comunale.
A distanza di otto mesi, è stata depositata l’ordinanza del tribunale per la quale il Comune di Piombino deve attuare lo spostamento dei cani dal canile dove potrà tuttavia mantenere alcuni servizi e un massimo di cinque esemplari: “Spostamento da eseguire immediatamente e comunque non oltre 8 giorni dalla comunicazione del Tribunale”, viene precisato nell’ordinanza nella quale viene precisato che in caso di mancata ottemperanza, sarà l’ufficiale giudiziario a provvedere a eseguire facendosi assistere da ditta di sua fiducia e, al limite, anche della forza pubblica, con spese a carico del Comune. Nella sentenza il Tribunale ha anche condannato il Comune di Piombino a pagare 50 euro al giorno, per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento a decorrere dal nono giorno successivo alla comunicazione e a pagare le altre spese di cui 1700 euro per la fase di studio, 800 euro per la fase introduttiva, 1800 euro per la fase istruttoria, 1150 euro per la fase decisoria.
Ovviamente il Comune non ha accolto favorevolmente la sentenza, anche se si è impegnato a rispettarla. Lo stesso assessore Marco Chiarei in una nota sottolinea che “ci riserviamo nei prossimi giorni di approfondirne i contenuti, ma a mio avviso è una sentenza ingiusta. Il Comune di Piombino però è un’istituzione seria e quindi rispetterà i contenuti del dispositivo del collegio giudicante del Tribunale di Livorno. Mi domando però, e sono legittimato a farlo come amministratore che deve tutelare l’interesse generale, come sia possibile imporre l’obbligo di spostare 45 cani in solo 8 giorni”.
L’assessore ha evidenziato l’incongruenza nell’obbligo del termine di 8 giorni, per cui nell’ordinanza del Tribunale viene precisato che si tratta di una scadenza di tempo “congruo in considerazione dell’arco di tempo già trascorso nella pendenza del procedimento”.
Ovvero, l’assessore precisa che “seguendo questa strana logica, il Comune avrebbe dovuto già trasferire i cani anche in assenza di sentenza. Quindi qualsiasi cittadino può comprendere facilmente che se c’è un dibattimento in corso, un’amministrazione pubblica, o anche un privato cittadino, non può certo attuare misure per le quali non ha nessun obbligo. Ci si difende e si aspetta una sentenza, dopodiché devono essere prescritte misure realmente attuabili”.
L’assessore ha voluto ricordare che i cani sono esseri viventi che reclamano diritti: “Imporre un trasferimento in 8 giorni, sommato al fatto che tra pochi mesi avremo un nuovo canile, significherebbe infliggere un evidente maltrattamento ai nostri cani”.
Tuttavia, il Tribunale non ha accolto nessuna delle argomentazioni del Comune anche sui tempi dello spostamento degli animali. Chiarei ha ricordato infatti l’investimento di 600mila da parte del Comune per la realizzazione del nuovo canile comunale che sarà pronto il prossimo novembre 2017, precisando che “lo abbiamo fatto producendo atti formali: al 30 novembre prossimo avremo la nuova struttura. A nulla è servito”.
Si tratta per l’assessore di “un accanimento incomprensibile che però ha avuto pieno accoglimento nella sentenza. Così va il mondo. Non sono servite neanche le molte firme raccolte dai cittadini e dagli abitanti dello stesso quartiere dove abita il ricorrente. I giudici non le hanno considerate. In conclusione il Comune dovrà attuare quanto prescritto dal collegio giudicante ma davvero l’amarezza, il senso di frustrazione e la sensazione di aver subito un’ingiustizia rimangono forti”.
Intanto, la sezione locale dell’Enpa e il Comune hanno diramato un appello sui social sottolineando che “le possibilità delineate sono due: trasferire temporaneamente i cani in un altro canile il più vicino possibile a Piombino e/o affidare temporaneamente i cani a privati che possano garantire loro una buona qualità della vita”, precisando che “in entrambi i casi il costo di mantenimento degli animali sarà a carico di ENPA”.
Nel post viene anche sottolineato che “Vista la delicata situazione di vita degli animali, alcuni anziani ed in condizioni di salute precarie, altri con esperienze di vita traumatiche, il Comune di Piombino ed ENPA sezione Piombino lanciano un appello per trovare famiglie e persone affidatarie che abitino in zona in modo da non far subire agli animali il trauma di un lungo ed impegnativo spostamento”.
Ovviamente le critiche degli animalisti e i commenti degli utenti non si sono fatti attendere. C’è chi scrive che saranno monitorati gli spostamenti dei cani e chi evidenzia la crudeltà con la quale potrebbero essere illusi i cani ospitati in una famiglia e poi di nuovo trasferiti presso il nuovo canile. Tra le proposte evidenziate dagli utenti, quella di appoggiare i cani presso un’altra struttura nella regione.
Una questione davvero delicata nella quale a rimetterci sono sempre loro: i cani già provati da un’esperienza di abbandono o maltrattamento che devono ancora una volta subire uno stress e un nuovo trauma.
Intanto, i cittadini e i volontari si sono organizzati e per Lunedì 3 luglio si sono dati appuntamento alle 18h00 davanti al Comune per protestare contro il trasferimento dei cani.
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