Aveva destato polemiche molto aspre il cosiddetto ‘Piano Vesuvio’ predisposto dai vertici governativi della Regione Campania. Questo in riferimento all’atteggiamento da avere con gli animali randagi nel caso si dovesse verificare una emergenza ambientale legata ad una possibile eruzione del celebre vulcano che sovrasta il Golfo di Napoli. Era stata inserita infatti una norma che prevedeva la soppressione dei suddetti randagi individuati all’interno della cosiddetta zona rossa. Una scelta davvero molto controversa, che aveva destato le giustificate proteste da parte di numerose associazioni animaliste. Tra le stesse si annoverano Enpa, Lav, Leidaa, Oipa, Animalisti Italiani, Animal Protection e Lndc. In tanti si schierano quindi contro questa disposizione del Piano Vesuvio e hanno inviato qualche giorno fa alla Regione Campania una lettera nella quale chiedono spiegazioni a chi di dovere.
Piano Vesuvio, tante le discussioni
Anche il Ministero della Salute è stato chiamato in causa, visto che gli argomenti che riguardano gli animali ricadono nelle responsabilità di tale dicastero. Ovviamente la richiesta di tutte le associazioni citate è quella di abrogare questo provvedimento, definito assolutamente illegale. “Le Associazioni – fanno sapere le stesse – sottolineano quanto possa fare la differenza un loro coinvolgimento diretto nel discorso che riguarda gli animali. Una partecipazione attiva dei movimenti animalisti potrà senz’altro contribuire ad evitare che grossolani errori come questo prendano piede”. L’assessore al Bilancio della Regione Campania, facente parte della giunta De Luca, ha ora dato rassicurazioni sul caso. Ed anzi, giunge notizia che l’eutanasia per gli animali randagi sia già stata abrogata in fase di realizzazione di un nuovo documento inerente il ‘Piano Vesuvio’.
Ha prevalso la ragione
Questo nuovo sviluppo è stato definito “un atto dovuto” sempre dalle associazioni animaliste. “In caso contrario sarebbe stata una sconfitta di tutti, specie dopo la lotta da parte nostra per far si che gli animali venissero inseriti nella riforma della Protezione Civile“. Un atto dovuto davvero, e non esiste definizione migliore per commentare questo scampato equivoco che avrebbe potuto avere delle conseguenze davvero mostruose. Già i casi di maltrattamento di animali, di cani ma anche di altre specie, si verificano con una cadenza preoccupante nel nostro paese. Se poi anche l’autorità ci si mette con scelte del genere allora davvero c’è qualcosa che non va.
A.P.