Continua lo scontro per quanto riguarda il cosiddetto Piano Lupo, l’insieme dei provvedimenti fortemente sponsorizzato dal Ministero dell’Ambiente e da altre categorie di diversa natura (soprattutto legate alla politica regionale ed al mondo della caccia e degli allevatori). Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, riferisce di mancanza di accordo tra le Regioni stesse, che si dividono tra favorevoli e contrarie. Quest’oggi le stesse avrebbero dovuto approvarlo, ma il tutto è stato rinviato, e non è la prima volta. Giovanni Toti, governatore della Liguria, riferisce di pareri discordanti e spiega che alcuni enti sarebbero più penalizzati, in particolare le regioni agricole del Nord. Inoltre non mancano soggetti vicini alle rimostranze degli ambientalisti.
Le discussioni vertono sulla voce relativa all’abbattimento dei lupi ritenuti pericolosi per gli animali da reddito, che ha creato per l’appunto scontro tra animalisti-ambientalisti e la maggior parte delle Regioni. Per questo motivo l’approvazione del Piano Lupo è congelata, ma probabilmente dopo un nuovo rinvio (era già avvenuto a febbraio) alla fine lo stesso dovrebbe essere avallato. Verdi, Movimento 5 Stelle ed associazioni degli animali chiedono però la rimozione della parte relativa all’abbattimento selettivo degli animali. Il progetto prevede per il resto monitoraggio della popolazione, campagne informative sul tema e sulla prevenzione di questo problema, gestione dei pascoli, divieto di far incrociare fra loro cani di particolari razze (il riferimento è in particolare al Cane Lupo Cecoslovacco) ed altro. Viene permessa anche la riapertura della caccia, cosa che non avveniva dal 1971, per abbattere il 5% della popolazione complessiva presente in Italia, pari a circa poco più di mille esemplari sugli Appennini ed appena un centinaio sulle Alpi.
Poi vengono messi a disposizione dell’attuazione del Piano Lupo 1,5 milioni di euro fino al 2020 ed anche un monitoraggio costante sul numero dei lupi. C’è soddisfazione per il rinvio da parte di Enpa, Lav e Legambiente. Di contro, Toscana, Trentino, Veneto e Val d’Aosta non possono esultare, dal momento che si dimostrano favorevoli all’abbattimento previsto dal Piano Lupo. Per le associazioni animaliste però ci sono metodi meno cruenti e più efficaci per far fronte al problema, e tutte loro contestano al ministro Gian Luca Galletti una mancanza di collaborazione nell’instaurare un dialogo proficuo. Da parte sua quest’ultimo aveva accusato l’Enpa di diffondere false notizie in merito.
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