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Piacenza: niente pipì dei cani. Proprietari obbligati a pulirla con l’acqua

Lo scorso febbraio la corte di Cassazione aveva dato ragione ad un proprietario di un edificio storico di Firenze che aveva denunciato il proprietario di un cane, dopo che quest’ultimo aveva lasciato il suo animale fare la pipì sulle mura del palazzo. Respingendo il ricorso dal reato di deturpamento “perché il fatto non costituisce reato”, il giudice aveva però stillato una vademecum della buona condotta dei proprietari dei cani a passeggio: tra i buoni propositi è stato indicato che è bene tenere il proprio animale “al guinzaglio” o comunque “intervenire con atteggiamenti tali da farlo desistere quantomeno nell’ immediato” dal fare i bisognini sui muri di affaccio degli stabili o sui mezzi parcheggiati. La Cassazione aveva poi indicato che nell’impossibilità di vietare al cane di fare pipì è bene portarsi dietro una bottiglietta d’acqua per ripulire.

Ecco allora che sulla stessa scia, il sindaco di Piacenza Paolo Dosi ha sollevato non poche polemiche firmando un’ordinanza comunale che prescrive per i proprietari di cani di pulire subito con l’acqua la pipì dei loro animali, tranne nei periodi di gelo.

I bisognini dei cani va pulita dappertutto a partire dalle “aree pubbliche o di utilizzo comune (strade, piazze, marciapiedi), nonché sui muri di affaccio di edifici anche privati e mezzi in sosta al margine della via”.

“Si tratta di un provvedimento da tempo invocato, a tutela del decoro e dell’igiene degli spazi condivisi. Nel pieno rispetto del benessere degli animali, quel che si chiede è, a maggior ragione nel periodo estivo, quel che si chiede è un comportamento che osservi le regole basilari della civile convivenza”, ha commentato il sindaco di Piacenza.

E per chi non si adegua all’ordinanza vi è una sanzione prevista che va da 25 a 500 euro. Ovviamente, questa ordinanza non si applica  ai non vedenti conduttori di cani da guida e a persone con problemi di disabilità fisica o mentale, nonché a cani in dotazione alle Forze di Polizia durante l’esercizio delle proprie funzioni.

In realtà, se da una parte un’ordinanza di questo tipo può sembrare piuttosto estrema e complica alquanto il movimento dei padroni e dei loro cani, potremmo sottolineare che si tratta di un esempio di buona pratica per evitare, soprattutto nelle stagioni più calde e secche che le città si riempiano di odori sgradevoli oppure di macchie sui marciapiedi e palazzi. Di certo, potremmo al contempo sottolineare che l’amministrazione comunale dovrebbe provvedere lei stessa al mantenimento del decoro di una città senza che ciò ricada sui nostri pelosi, tanto più se le aree verdi dove possono scorrazzare liberamente, sono assenti.

 

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