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Pet therapy: il cane Phoebe riesce a far parlare il suo padrone

Pet therapy, l’affetto del cane Phoebe riesce a far parlare il suo padrone colpito da un ictus. Un amore immenso che fa miracoli

L’amore tra il cane e il suo padrone in una foto (Foto Pixabay)

Il bene per i cani, spesso riesce a fare dei veri e propri miracoli. Non ci credete? Bene, per i più scettici, c’è una notizia proveniente da Firenze che vi lascerà stupiti. Un paziente, ricoverato all’ospedale Santa Maria Novella, è stato colpito da un ictus. Dopo qualche giorno, il suo cane Phoebe è andato a fargli visita e dopo averlo visto entrare nella sua stanza, ha iniziato a parlare, pronunciando alcune frasi.

Pet therapy, l’incredibile risultato prodotto

Cane e padrone (Foto Pixabay)

L’accaduto è stato narrato dall’ Asl Toscana Centro mediante un comunicato che ha spiegato la tenera vicenda. Tutto è iniziato quando il cagnolino ha appoggiato le zampette sulle gambe del padrone. Il tenero gesto ha suscitato una grande emozione nell’animo del padrone che si è tradotto, dopo un pò di tempo, nella riappropriazione della parola che, purtroppo, aveva perso a causa dell’ictus.

L’incontro programmato, rientra nel progetto denominato “Pet visiting” che ha il fine di umanizzare le cure prodotte per i pazienti. L’obiettivo del progetto è quello di sollevare l’umore dei pazienti che sono impossibilitati nel movimento e non possono rivedere i loro cari amici a quattro zampe.

La terapia psico-fisico viene realizzata dal dipartimento infermieristico insieme alle direzioni sanitarie di presidio e l’area veterinaria. Inoltre, ha la specialità di essere attuata in tutti i presidi ospedalieri dell’azienda.

L’incontro di Phoebe con il suo padrone è stato organizzato dall’assistenza infermieristica e l’infermiera Paola Poggiali che  ha garantito il rispetto di tutte le procedure indispensabili per la salute e la sicurezza del paziente.

Pet therapy, un grazie sentito agli ideatori

Cucciolo e padrone (Foto Pixabay)

Tuttavia, la direttrice dell’ospedale ha affermato: “Non è la prima volta che gli animali di affezione vengano portati nei nostri reparti, anche quelli dedicati alla terapia intensiva. Rivolgo i miei ringraziamenti a tutto il personale che ha promosso tale iniziativa di cura, di grande valore per l’assistenza ai nostri malati.”

Un progetto di cui andare fieri, che ci auguriamo possa crescere con i risultati raggiunti.

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B.F.

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