Il Trachipterus trachypterus, comunemente chiamato Pesce Nastro, sopravvive all’interno delle acque marine imitando un altro animale.
Lo sappiamo. Sopravvivere, spesso, comporta dei cambi di mentalità. Arrivano delle necessità improvvise che ci catapultano in un’altra dimensione: parallela, perpendicolare, obliqua… Insomma, sceglietela voi, ma pur sempre un’altra dimensione. La maggior parte delle volte, noi esseri umani siamo la “specie planetaria” meno incline ai cambiamenti. Ci pensiamo invincibili, ci consideriamo eterni.
Poi arriva un “coronavirus di turno” per spazzare via superbia e sicurezze e indurci, o meglio obbligarci, a cambiare le carte in tavola. Fortunatamente non siamo i soli su questa Terra. Anzi, ci sono specie o esemplari che tendono ad adeguarsi o cambiare modo di vivere prima che arrivi la “catastrofe” di turno. È il caso del Trachipterus trachypterus, comunemente chiamato Pesce Nastro.
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E quindi la questione è… sopravvivere. Di questi tempi molto difficile come compiere da svolgere. Una vera e propria lotta andata di scena in questo 2020. C’è chi, però, lo fa in modo del tutto “naturale” fingendosi qualcun altro. Parliamo del Pesce Nastro. Questo esemplare vivente nelle acque marine, per cercare di sfuggire a predatori e vivere una vita piuttosto tranquilla, si adopera per usare il mimetismo batesiano: imita un altro animale, fingendosi quest’ultimo e non ciò che è in natura. L’animale in causa è la medusa.
Un recente studio lo afferma a gran voce. In questa ricerca, che ha portato a stabilire questo risultato, è presente anche un italiano, Francesco Tiralongo: ittiologo e assegnista di ricerca del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania.
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Le parole dell’ittiologo non lasciano scampo ad altre rappresentazioni e “sparano” dritte al nocciolo dello studio in questione: “Per no si tratta della famosa ‘prima volta’. Abbiamo osservato nel dettaglio e in ambiente il comportamento dei giovanili di questa specie mesopelagica. Tra le altre cose considerata rarissima – afferma l’assegnista – Nei piccoli di questa specie siamo riusciti a ipotizzare la presenza di mimetismo batesiano. In altre parole, il piccolo pesce, per aumentare la sua possibilità di sopravvivenza, imita le meduse, tenendo a bada i potenziali predatori”.
Tiralongo conclude affermando che: “Dallo studio emerge che la direzione delle correnti e le fasi lunari possono influenzare in maniera rilevante la biodiversità marina sia in termini di abbondanza, sia di comportamenti”.
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