In Namibia l’elevato numero di pachidermi non è più in stretta relazione con l’ambiente circostante: messi all’asta 170 elefanti. Parola al ministro dell’Ambiente.
Qualità e quantità, molto spesso, non sono in stretta e buona relazione tra di loro. Tutti noi vorremmo il contrario, ossia che le due caratteristiche, poc’anzi citate, andassero di pari passo l’una con l’altra. In alcuni Paesi, soprattutto i più poveri, un aumento quantitativo fa sì che la qualità venga a mancare.
Ovviamente questa è una teoria, appurata, che deve essere applicata e spiegata in termini pratici. La praticità espressa anche nel mondo animale. Molti dei nostri amici a quattro zampe non trovano più spazio per mantenersi in vita in alcuni dei Paesi del globo terrestre. Soprattutto in Africa, dove spesso, come sappiamo ormai da anni, le condizioni di vita sono di pessima qualità.
E oggi ci spostiamo in Namibia, dove negli ultimi anni il numero di elefanti è cresciuto in maniera spropositato. La nazione africana, poc’anzi citata, nel succedersi degli anni, ha vissuto (e continua a vivere) periodi di grande siccità. Tutto questo porta a una cattiva gestione di questi grandi pachidermi. Per questo motivo, con la “partecipazione” del ministro dell’Ambiente namibiano, alcuni di loro sono stati messi all’asta. Un processo che, però, deve rispettare alcuni precisi criteri di vendita, ove tutti non sono d’accordo.
I dati forniti vengono direttamente dalla voce di Pohamba Shifeta, ministro dell’Ambiente della stessa Namibia. Quest’ultimo, nelle ultime ore, ha dichiarato il numero effettivo degli elefanti che vivono nella nazione dell’Africa del Sud: 28.000. Una cifra davvero significativa, che la stessa nazione non può più sopportare. Ma facciamo un passo indietro.
Dopo l’indipendenza acquisita nel 1990, dopo lunghi anni di lotta contro milizie indipendentiste e l’esercito sudafricano, il Paese contava solo 5 mila esemplari. Con gli anni sono cresciuti sempre di più fino a diventare “troppi”. Così, secondo un processo lento, regolamento e che non ha nessuna fretta di essere portato a termine nel breve periodo, il Governo ha deciso di metterne all’asta ben 170 pachidermi, tra i più importanti della nazione stessa. Elefanti che verranno venduti al migliore offerente, che dichiarerà e mostrerà di avere delle ottime qualità di vita sul proprio territorio.
Molti sono intervenuti in questa pratica per dire la loro. Soprattutto alcune associazioni di animalisti che avrebbero preferito un “regalo” piuttosto che un’asta nei confronti di questi bellissimi animali. Un gesto di solidarietà, più che una vendita. Anche da queste “diverse” iniziative può passare il cambiamento. E invece no. L’asta, regolamentata dai criteri poc’anzi descritti, ci sarà. Un modo per evitare anche che questi elefanti finiscono nel mirino dei bracconieri, sempre pronti a cacciarli con le loro “teste malate”.
Insomma, l’asta sembra essere il buon compromesso per ricollocarli in ambienti tranquilli e che siano di loro gradimento, cercando la via della giusta distribuzione, anche se tutto ciò avrà il suo “prezzo”. Chiedere di mettere in atto un gesto gratuito corrispondeva a chiedere un “troppo”? A ognuno le proprie considerazioni.
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