Gli allevatori sardi sono molto preoccupati dal virus della lingua blu, che si sta diffondendo a macchia d’olio nell’Ogliastra e ha finora interessato oltre mezzo milione di capi. La preoccupazione è stata espressa nelle socrse ore a Ottana, durante l’assemblea convocata dalla Coldiretti. La febbre catarrale degli ovini o bluetongue è una malattia virale delle pecore, che si diffonde attraverso la puntura di insetti. Minuscole zanzare, i culicoidi così piccole da attraversare le normali reti antizanzare, dopo aver succhiato il sangue di animali malati o portatori, sono in grado di trasmettere l’infezione ad altri allevamenti.
I problemi sono molteplici per gli allevatori sardi: non solo lingua blu, ma anche terreni ancora aridi e gli animali che continuano ad essere sfamati grazie a mangimi e foraggio. Inoltre si aggiungono le calamità e i mancati introiti. Anche il prezzo del latte è ormai crollato a 50 centesimi al litro e scarseggiano i premi comunitari. La Coldiretti spiega che la siccità ha causato alle imprese agricole sarde un danno di circa 300 milioni di euro.
Ma è appunto il virus della lingua blu a preoccupare, come rileva il direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra, Alessandro Serra: “Ci sono 1569 focolai e sono già morti 6.816 animali. Numeri che stanno crescendo di giorno in giorno come purtroppo temevamo”. Questi ha aggiunto: “Rispetto a 15 giorni fa contiamo 401 focolai, 154.756 capi interessati e 2940 morti in più”.
Alessandro Serra ha proseguito:”E le temperature ancora estive sono terreno fertile per la diffusione del moscerino vettore dell’epidemia. Ancora una volta abbiamo invitato i dirigenti dell’Asl per confrontarci, ma ci hanno comunicato di non poter venire perché sono impegnati sul campo. La situazione, insomma, non è delle migliori e ciò che ci preoccupa maggiormente sono gli animali colpiti dalla malattia che diventano delle carcasse improduttive. È questa la voce che incide di più nella conta dei danni derivanti dalla lingua blu e non solo le pecore morte sulle quali spesso si concentrano le attenzioni”.
Gli fa eco il presidente provinciale della Coldiretti, Simone Cualbu: “Occorre prevedere indennizzi sia per le perdite dirette che indirette. I 2,5 milioni di euro che la Regione intende inserire in bilancio non sappiamo ancora se saranno sufficienti a coprire le perdite. In ogni caso chiediamo tempi celeri e procedure semplificate. Quello che stiamo chiedendo anche per la siccità, i 45 milioni destinati ai pastori e i 20 a tutti gli altri settori”.
Cualbu ha concluso: “Argomento di cui si parla troppo poco. La remunerazione per i pastori è ampiamente al di sotto dei costi di produzione, che si aggirano intorno ai 150 milioni di euro a causa della disorganizzazione e delle speculazioni dei trasformatori”.
GM
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