Nutria avvistata mentre passeggia tranquilla per le strade di Roma: la scena è stata condivisa sui social network stupendo gli utenti del web.
Roma, Isola Tiberina; tarda serata. Le strade della capitale sono illuminate dalla luce dei lampioni che si riverbera sui volti di cittadini e turisti. A camminare per il centro della città però non sono solo gli esseri umani. Davanti agli sguardi stupiti di pedoni e automobilisti, infatti, una nutria attraversa la strada passando sulle strisce pedonali. Il filmato che ritrae questo roditore è stato realizzato da una persona che si è trovata ad assistere alla scena e ha poi condiviso le immagini sui social network.
Il video, della durata di pochi secondi, ha scatenato il dibattito pubblico sulla presenza della fauna selvatica nei centri urbani, a contatto con edifici privati e ospedalieri.
Il filmato mostra il momento in cui un esemplare di nutria cammina in strada nei pressi dell’ingresso dell’ospedale Fatebenefratelli, edificato sull’Isola Tiberina. Il roditore attraversa sulle strisce pedonali per allontanarsi dalle automobili e mettersi così al sicuro. Sulla pagina Facebook dell’utente @Vincenzo Cimino le immagini sono state corredate dalla didascalia: «A Roma succede anche questo».
L’avvistamento della nutria ha suscitato reazioni sorprese e indignate tra gli utenti del web. In realtà, la presenza di questi roditori a Roma è ormai accertata da tempo. La nutria (nota con il nome scientifico di Myocastor coypus Molina, 1782) è comunemente chiamata anche miopotamo, castorino o castoro di palude; è un mammifero roditore originario del Sud America diffuso nel territorio esteso dal Paraguay e dalla Bolivia centrale e meridionale fino alla Terra del Fuoco. Le nutrie vennero introdotte nel Vecchio Continente dagli esseri umani, per essere inserite in allevamenti intensivi per scopi commerciali (per utilizzare e vendere le pellicce); si diffusero poi rapidamente in Europa a seguito di rilasci intenzionali o alle fughe di alcuni esemplari dagli allevamenti, portando a un notevole incremento della diffusione di questa specie a livello selvatico. Non avendo infatti predatori naturali, la popolazione delle nutrie è prolificata, trovando proprio il suo habitat ideale lungo le sponde dei fiumi, dei canali e dei torrenti.
La nutria, spesso confusa con la lontra anche se da questa completamente diversa per numerosissime caratteristiche, è ormai da tempo vittima di pregiudizi legati a questioni sanitarie: nessuno studio scientifico ha però mai dimostrato finora che questi roditori siano portatori di malattie. Le nutrie sono una specie esotica invasiva che ha avuto un impatto inevitabile sugli ecosistemi locali e sulla biodiversità. Tranquille e per nulla pericolose, sono da molti considerate animali domestici e allevate in casa.
Il Ministero dell’Ambiente e dell’Agricoltura nel Piano di gestione della nutria redatto nel 2018 ha confermato che questi roditori non rappresentano un problema sanitario; il loro impatto nei territori di Italia riguarda però danni ambientali, in particolare di terreni agricoli e di indebolimento degli argini dei fiumi, e danni ecologici, registrati soprattutto all’interno del sistema regionale delle aree protette. Il piano redatto nel 2018 prevede un monitoraggio della popolazione di nutrie rilevate nelle aree protette della regione Lazio con «eventuale eradicazione locale in virtù del loro interesse naturalistico e della necessità di salvaguardarne gli equilibri ecologici». La loro presenza è stata riscontrata soprattutto nella Riserva naturale Lago di Posta Fibreno, nella Riserva naturale Regionale Lago di Vico, nei Giardini di Ninfa, nella Riserva naturale Regionale di Macchiatonda, nella Riserva naturale Laghi Lungo-Ripasottile.
La presenza delle nutrie in ambito urbano è abbastanza frequente, anche a Roma dato che diversi esemplari di questa specie vivono nei pressi del Tevere. L’etologa Federica Pirrone, membro del comitato scientifico afferente a Kodami, spiega come: «La nutria tende a colonizzare habitat in cui può proliferare meglio, ossia le zone con la tipica vegetazione palustre, da lì il Tevere; è un erbivoro generalista, quindi dove c’è vegetazione lei si installa, con una particolare predilezione per tuberi e radici che scova sott’acqua». (di Elisabetta Guglielmi)
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