In occasione della Pasqua, il Comune Napoli vieta alle macellerie di esporre animali morti
Un’iniziativa che probabilmente potrebbe fare infuriare i carnivori più accaniti che negli ultimi anni si sentono braccati dagli animalisti.
Il divieto di esporre animali morti in vetrina o per strada imposto alle macellerie dal Comune di Napoli è un progetto nato dal Servizio Promozione e Tutela della Salute e degli Animali del Comune.
I commercianti che violano l’ordinanza sono passibili di una multa di 500 euro. Si tratta di una iniziativa unica in Italia. Un gesto di civiltà che scaturisce da una scelta etica e che mira alla tutela dei bambini. Infatti, l’assessore della Tutela della Salute degli animali ha sottolineato quanto lo spettacolo di animali morti esposti nelle macellerie colpisca molte persone sensibili.
A ridosso di Pasqua, periodo in cui aumenta la richiesta e la macellazione degli agnelli, il Comune ha così deciso d’intraprendere un percorso di sensibilizzazione.
“La Pasqua porta con sé questa tradizione alimentare che comporta la macabra usanza dell’esibizione dei corpi degli animali. Una modalità crudele. È nei piccoli gesti che si misura la sensibilità di una collettività”, ha dichiarato l’assessore.
L’ordinanza prevede anche il diveto di esporre parti di animali. Per cui i commercianti sono obbligati a conservarli nelle celle frigorifere.
L’ordinanza è stata accolta favorevolemente dal garante degli animali del Comune di Napoli Stella Cervasio. “Non si vuole nascondere questi animali, è solo un primo passo per una modifica della civiltà”, ha dichiarato la Cervasio.
Nell’ordinanza viene specificato che si tratta di un divieto che mira anche a tutelare i bambini. “Nell’immaginario collettivo infantile, alcuni animali hanno i caratteri della familiarità, con importanti ricadute nell’ambito della sfera affettiva e quindi di un equilibrato sviluppo psichico”.
Diversi studi hanno evidenziato come il sistema della catena alimentare con l’abbattimento degli animali sia una “violenza istituzionalizzata“. Si tratta di una banalizzazione della violenza dell’uccisione di un animale. Un processo che provoca automatismi per cui si arriva ad un’assuefazione. Ovvero, ad una perdita di sensibilità nei riguardi di essere viventi.
Molte inchieste condotte dalle organizzazioni animaliste hanno mostrato l’indifferenza di molti addetti nei riguardi della sofferenza degli animali nei macelli.
L’esposizione di carcasse di animali provoca lo stesso processo psicologico. Non solo lede la sensibilità di molte persone. Non a caso, uuno studio ha dimostrato che i bambini iniziano a mangiare carne proprio per effetto della banalizzazione. Da un punto di vista empatico, un bambino ama gli animali e non è portato a fare loro del male. Attraverso l’educazione in famiglia e nella società, i bambini perdono questo legame empatico.
A conferma di questo fenomeno d’indifferenza nei riguardi della morte di un animale sono rimblazati sui media diversi casi in un contesto di lotte ciniche dei carnivori contro i vegani.
Il caso di due commesse di Carrefour che si sono divertite con un agnellino morto al bancone della carne. Al quale è seguita la fotografia scioccante dello chef stellato, Giuseppe Iannotti che culla un maialino morto.
Vicende che confermano quanta insensibilità e mancanza di rispetto vi sia per la vita.
C.D.
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