Pasqua 2022 crolla la vendita di carne di agnello cala notevolmente facendo ben sperare tutti gli amanti degli animali
Sembra veramente una bella notizia quella diffusa da Aidaa che ha confermato che nonostante manchino solo 3 settimane alla Pasqua la richiesta di carne di agnello sia notevolmente calata rispetto agli scorsi anni.
Secondo quanti diffuso in un comunicato Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali Ed Ambiente) le prenotazioni della carne di agnello tradizionale della Pasqua cattolica sarebbero notevolmente calate rispetto alla Pasqua del 2021.
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Secondo i dati riportati sarebbero scese del 40% le richieste, i dati sarebbero confortanti soprattutto se si pensa alla diminuzione negli anni del consumo della carne di povere creature che vengono assassinate a soli 6 mesi di vita per provvedere al fabbisogno delle persone che vogliono festeggiare la Pasqua.
Dal 2010 al 2016 la richiesta di carne di agnello è scesa del 50% e non solo nel periodo Pasquale mente sempre secondo i dati diffusi dall’Aidaa, il calo dal 20216 in poi sarebbe stato più lento ma avrebbe comunque dato i suoi risultati.
Sul sito di Aidaa si può infatti leggere che per il 2022 si stima una diminuzione del 40% rispetto all’anno 2021, ma che potrebbero verificarsi ulteriori variazioni visti i prezzi della carne che nelle macellerie, che avrebbero raggiunto prezzi esorbitanti tra i 22 ed i 25 euro al kg con un possibile incremento previsto di circa il 10% nei giorni immediatamente precedenti la Pasqua.
In una nota l’associazione italiana ha infatti scritto “Lo scorso anno in Italia sono stati uccisi circa 2 milioni di agnelli di cui 300.000 nel periodo pasquale ovviamente parliamo di capi macellati e non allevati in quanto ogni anno in Italia vengono importati 750.000 agnelli i quali non dimentichiamolo prima di essere uccisi devono sottoporsi a viaggi massacranti che durano fino a 32 ore.”
Da anni infatti l’agnello è diventato l’animale che ha segnato la maggior parte delle lotte animaliste, queste povere piccole creature vengono infatti sottratte alle cure delle mamme e trucidate nel primo anno di vita.
Questo ha aperto gli occhi di moltissime persone che hanno deciso di dire no alla tradizione e di rifiutarsi categoricamente di consumare agnello non solo a Pasqua ma tutto l’anno .
Da molto tempo ormai la Pasqua è diventato il periodo in cui gli animalisti manifestano di più il loro dissenso contro gli assidui consumatori di carne e questo ovviamente non si limita solo alla carne di agnello ma anche a tutti gli altri animali.
Fortunatamente il calo di quest’anno fa ben sperare per la sorte di moltissimi abbacchietti che date le scarse richieste potrebbero non essere trucidati per una tradizione.
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