Aveva già fatto scalpore, lo scorso febbraio, la notizia di un parroco che si è rifiutato di celebrare la cerimonia di un matrimonio alla quale avrebbe dovuto prendere parte il cane della sposa.
A distanza di un mese, rimbalza sulle pagine di cronaca del quotidiano La Nazione, la storia di un Sacerdote che si sarebbe rifiutato di impartire la benedizione di una casa per la presenza di un cane a Prato. Ovviamente il caso ha sollevato un aspro confronto e una polemica finita sui media dopo la denuncia della proprietaria dell’animale. Secondo quanto viene ricostruito, nel corso delle benedizioni promosse dalla parrocchia di Santa Maria Madre della Chiesa di Oste in vista della Pasqua, il Parroco Don Simone Amidei arrivando alla porta d’ingresso di un appartamento si è rifiutato di entrare in casa per la benedizione. Il sacerdote ha spiegato di avere una paura terribile dei cani, anche di piccola taglia: “I gatti e gli altri animali vanno tutti bene, sono abituato, ma i cani proprio mi fanno paura. Ho chiesto alla padrona se poteva allontanarlo, magari in un’altra stanza, ma non è stato possibile. Il cane abbaiava e così sono andato via senza benedire la casa. Magari tornerò in un altro momento”, ha dichiarato il parroco.
Una reazione che di certo non è piaciuta alla proprietaria della casa e ad altri residenti che hanno riscontrato lo stesso problema. La donna si è domandata perché il Parroco non abbia comunque impartito la benedizione, restando sulla porta d’ingresso.
Il caso ovviamente non si è fermato lì e la figlia della proprietaria di casa ha pubblicato un post su facebook, lanciando una frecciata al povero sacerdote: “Quando il prete si rifiuta di benedire una casa perché il cane abbaia, il pensiero non può che essere positivo”, ha scritto la giovane ragazza, alimentando la polemica.
Di sicuro, tutta la vicenda può sembrare esagerata, tanto più originata da un’incomprensione di base e forse, potremmo affermare da una situazione di intolleranza ed esasperazione che ci pare abbia contribuito a fomentare laa storia.
Forse, in questo caso, non è giusto prendersela con il Parroco che è nel suo pieno diritto ad avere paura dei cani. Evidentemente, non ce l’ha fatta a superare la fobia e ha ammesso il suo limite. Infierire su di lui ci trova in parte contrari, in quanto è giusto rispettare ogni singolo individuo e se vogliamo migliorare le relazioni nei riguardi dei quattrozampe, questo non è di certo il modo. Si tratta di una questione di educazione e di rispetto che ci porta anche ad essere più tolleranti. La prepotenza in questo caso potrebbe solo alimentare un ulteriore polemica sull’estremismo degli animalisti. Da buon proprietari di cani, ci si chiede se non era poi così difficile, chiudere il cane in un’altra stanza, per consentire al parroco la benedizione? Un po’ di buon senso a volte potrebbe aiutare a placare gli animi.
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