Paraflù, così è stato ribattezzato il cucciolo, che investito a 130km/h da un auto, è riuscito a salvarsi rimanendo incastrato nel radiatore
Ci sono storie che riesco ad essere sia terribili che magnifiche allo stesso tempo. Provare contemporaneamente sensazioni di rabbia per l’accaduto e immediatamente sollievo può essere raro, ma capita.
E sono proprio le sensazioni che si provano non appena si legge della storia di Paraflù, cucciolo investito da un auto in corsa, a 130km/h, che lo ha preso in pieno. Attimi di panico, non sapendo quale sorte fosse toccata all’animale.
Paura, sensi di colpa, apprensione, tutto trasformato in gioia non appena ci si è resi conto che l’animale fosse vivo. Anche se sembra assurdo dirlo per quello che gli è capitato, ma è decisamente un cane fortunato, che è riuscito a salvarsi perché rimasto incastrato nel radiatore della macchina che lo ha investito.
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Paraflù si salva perché rimane incastrato nel radiatore
Una storia che ha dell’incredibile quella capitata a Paraflù, cucciolo così chiamato dai soccorritori, giunti sul posto dopo l’incidente.
Era mercoledì 18 agosto 2021, quando un’auto che percorreva la A6, Torino-Savona, a 130km/h ha investito il cane. Incidente che non avrebbe lasciato via d’uscita a nessun essere vivente, ma questo non era il destino scritto per il nostro piccolo combattente.
A quanto pare con l’impatto avrebbe sfondato la griglia di aerazione entrando, e rimanendo incastrato attutendo il colpo, nel motore. Piegandosi il radiatore ha creato un tempestivo riparo al piccolo che anche se con varie ferite, è uscito vivo dall’impatto.
L’animale è stato portato in clinica, dove l’AVI, ambulanze veterinarie Italia, si farà carico di tutte le spese delle cure mediche che serviranno a Paraflù. Dagli ultimi aggiornamenti, riportati sulla pagina Facebook dell’AVI, si viene a conoscenza che il cucciolo è sprovvisto di microchip, e che le sue condizioni stanno migliorando.
Dopo un consulto dei medici posso escludere con certezza danni neurologici, spinali o cerebrali. Procederanno così all’intervento chirurgico per ridurre la frattura all’omero destro. Poi, una volta terminata la riabilitazione, finalmente sarà pronto per essere accolto da una famiglia che si prenderà cura di lui, e che gli eviti altri spiacevoli incidenti.
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F.D.M