Lettera al Papa: “No al divieto di tenere animali negli immobili del Vaticano”

Lettera al Papa: “No al divieto di tenere animali negli immobili del Vaticano”

L’Enpa ha scritto una lettera al Papa, chiedendo di abolire il divieto di tenere animali che vige negli immobili di proprietà del Vaticano

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Papa Francesco (Foto Facebook)

Una lettera al Papa: l’ha scritta l’Enpa, chiedendo al Pontefice di rimuovere il divieto che, oggi, impedisce di tenere animali negli immobili di proprietà del Vaticano. La lettera, a firma della presidente nazionale Carla Rocchi, è una missiva che mira a risolvere questo problema: “Lei che ha scelto il nome del poverello di Assisi metta fine a questo anacronismo“, scrive infatti la numero uno di Enpa.

Di cosa si sta parlando? Di un regolamento condominiale emanato nel 1976, con il quale si vanno a disciplinare gli obblighi e i divieti che spettano agli affittuari di immobili che sono di proprietà della Chiesa. Ad esempio, si parla del divieto di lasciare aperti i rubinetti dell’acqua, oppure di quello di “installare sui balconi e terrazze tende o altre coperture il cui tipo non sia stato preventivamente approvato dalla locatrice“.

Si tratta dell’Aspa, l’Amministrazione dei beni della Santa Sede a capo della quale è stato nominato nel giugno 2018 il vescovo Nunzio Galantino. La stessa Aspa sul cui regolamento si legge che negli immobili di proprietà del Vaticano “è vietato tenere cani o altri animali da cortile“.

L’Enpa scrive una lettera al Papa: “No al divieto di tenere animali negli immobili del Vaticano”

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Carla Rocchi, la presidente nazionale dell’Enpa (Foto Facebook)

Un atteggiamento che, secondo Enpa, non si rifà all’insegnamento di amore per gli animali di San Francesco, dal quale il pontefice ha preso il nome appena dopo l’elezione al soglio di Pietro. Così Rocchi ha deciso di scrivere a Bergoglio per “portare all’attenzione di Sua Santità questo problema, che porta alla separazione obbligata da affetti cari, soprattutto in questo triste momento di pandemia“.

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Quindi la lettera continua: “La Sua sensibilità, il nome che ha scelto per sé al momento di ascendere alla Cattedra di Pietro a sottolineare la continuità con il Poverello di Assisi nella attenzione a tutte le creature del Signore, ci rassicurano sul fatto che vorrà porre fine a questo anacronismo del passato che siamo certi non rifletta il Suo sentire e la profondità della Sua anima“.

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Al momento non è nota la posizione della Santa Sede sulla questione. Quel che è certo è che la lettera dell’Enpa ha ricevuto una forte eco mediatica nelle ultime ore. Del resto non è la prima volta che le associazioni animaliste scrivono al pontefice per sottoporgli questioni delicate e di massima urgenza.

Matteo Simeone

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