Il deputato del Movimento 5 Stelle, Paolo Bernini, è da sempre attivo nella lotta per i diritti agli animali. Ad esempio, di recente ha denunciato il traffico di cuccioli dall’est Europa verso negozi italiani. Riassume la vicenda su Facebook: “Centinaia di negozi italiani si preparano a vendere cuccioli importati, spesso, illegalmente dall’Est Europa. Molti di loro moriranno durante il viaggio. È ora di dire basta! E per farlo, se vuoi un cane non comprarlo, adottalo!”.
Nelle scorse ore, invece, obiettivo dell’onorevole Paolo Bernini è stato un canile nel Salento. Scrive in una nota: “Ho accolto le segnalazioni delle associazioni riguardo le condizioni di detenzione degli animali presenti nel canile comunale di Calimera e che, tra il lassismo totale delle istituzioni, continuavano a morire di stenti”. La situazione va avanti dal 2010, quando ci sono state le prime denunce”. Prosegue Bernini: “Poi ci fu un sequestro sanitario effettuato nel 2014, che però, come legge insegna, visto che si effettua per motivi d’urgenza non può durare 4 anni”.
Poi Paolo Bernini sottolinea: “Mi sono recato presso il canile grazie alla preziosa collaborazione dei carabinieri dei Nas e dei carabinieri forestali”. Questi successivamente hanno dovuto “concordare con il mio esposto e hanno proceduto sequestrando la struttura e apponendo i sigilli, sia per maltrattamento di animali che per le scarse condizioni igienico sanitarie dei luoghi”.
Quindi il deputato ha voluto mettere in fila le recenti denunce della situazione già portate avanti: “Già negli scorsi mesi avevo provato a documentarmi sul numero degli animali detenuti e sul numero di decessi, mediante regolare richiesta di accesso agli atti, ma la documentazione mi era stata negata. L’unica risposta fornitami riguardava l’assenza di autorizzazione sanitaria e di agibilità della struttura”. Bernini si è così recato nella struttura insieme ad alcuni attivisti e ad Alfredo Riccio.
La situazione era disarmante: “Abbiamo rinvenuto cani con piaghe sanguinanti, con visibili segni di morsicature, altri che continuavano ad accoppiarsi nei box, e cani che si sforzavano a camminare nonostante evidenti traumi pregressi al treno posteriore e del tutto trascurati”.
Paolo Bernini mette ancora in evidenza altri aspetti: “La maggior parte degli animali vagava all’interno dell’area comune”. Invece altri “erano detenuti in recinti tra erba incolta, fango, pozze d’acqua stagnante, escrementi e senza alcun tipo di riparo. Gli animali ora verranno finalmente ricollocati in un luogo idoneo”. Da qui la presentazione di una denuncia per scoprire i responsabili. Arriverà anche “un esposto alla corte dei conti in considerazione dell’impiego inadeguato di fondi pubblici”.
Quindi conclude: “Continuerò a richiede anche ai Ministeri competenti come sia possibile che ancora oggi i precetti della L. 281/91 nelle regioni del Sud vengano completamente ignorati”. Questo perché “non c’è più spazio per chi pensa di potersi arricchire sulla pelle degli animali e dei cittadini onesti che pagano le tasse”.
GM
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