Palio di Siena: Selvaggia Lucarelli sotto accusa per essere tra il pubblico, la sua replica in un lungo post a difesa della manifestazione.
Tiene ancora banco la polemica su quanto accaduto al Palio di Siena, con la morte di Raoul, cavallo di 8 anni, che si ferito gravemente nel corso del “Palio straordinario di Siena”. L’esemplare dopo essersi fratturato un arto è deceduto. Quello che colpisce è l’immagine cruente ancora viva nella memoria di chi ha assistito al Palio, trasmesso anche in diretta televisiva sui canali Rai. Su quanto accaduto si è sviluppato un ampio dibattito.
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Al centro delle polemiche, si è ritrovata Selvaggia Lucarelli: la nota blogger era in piazza a Siena sabato 20 ottobre. Su ‘Il Fatto Quotidiano’ ha raccontato: “Partiamo col dire che l’edizione del palio di Siena a cui ho assistito sabato pomeriggio è stata particolarmente serena: un solo fantino rimasto in sella, uno svenuto (ma sano), uno ferito (ma salvo) un volontario ferito (salvo anche lui), Raol, il povero cavalo della Giraffa, abbattuto dopo una brutta caduta e la vittoria della Tartuca con il cavallo scosso. Ci mancava solo che un Airbus in avaria si abbattesse su Piazza del Campo”.
La blogger insiste: “Siccome anche io ero lì e mi sono permessa di postare delle foto e scrivere che stavo assistendo a qualcosa di incredibile, ora mi ritrovo gli animalisti che insultano me e i miei avi fino al capostipite e mi augurano di reincarnarmi in biada per cavalli. Per carità, comprendo il dispiacere e pure l’assunto di partenza degli animalisti, ci sono però due cose di cui gli animalisti non tengono conto: la prima è che l’abolizione del palio di Siena è probabile quanto la conversione all’omosessualità di Silvio Berlusconi”, ironizza.
“Il senese ha una tale venerazione per i cavalli che quelli che corrono vengono benedetti direttamente in Chiesa e se non ci fosse quel particolare che di tanto in tanto nitriscono rumorosamente, probabilmente il prete gli farebbe pure celebrare messa” – sottolinea ancora Selvaggia Lucarelli – “Basta parlare con un qualunque contradaiolo per sentirsi dire che a Siena del fantino non frega nulla a nessuno perché è un mercenario, ma il cavallo è sacro”.
La blogger rileva anche quello che si muove a livello economico dietro al Palio di Siena: “Qui un posto-finestra sulla piazza, il giorno del Palio, costa quanto un post a pagamento della Ferragni. Qui al fantino nei giorni prima della gara si ritira il cellulare come se stesse andando in seminario”. Poi ancora: “Qui se sei dell’Oca vuoi vincere, sì, ma più di tutto vuoi fare perdere la Torre. Qui un fantino, per una singola vittoria, pur intascare 200 000 euro, e anche molto di più. Qui quando c’è il Palio cambia la viabilità in città e l’ordine pubblico diventa un concetto elastico. Qui se sei un turista e ti vedono fare una foto a un cavallo ferito puoi finire al macello al posto del cavallo. Qui gli animalisti che sbraitano a migliaia sul web, in città si sono avvicinati mezza volta, perché sanno bene che toccare il palio a un senese è come toccare la Boschi a Renzi. E alla fine tengono all’incolumità dei cavalli ma sotto sotto un po’ più alla loro”.
Stando a sentire Selvaggia Lucarelli, infine, a Siena si è in lutto per la morte del cavallo Raoul: “Sabato sera, c’era un silenzio spettrale”. E conclude prendendo in prestito le parole di un’allevatrice senese: “Siete attenti all’orrore di un attimo e non a un amore che dura da secoli. Condannateci pure a morte, ma sappiate che moriremo a cavallo”.
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