Dichiarato in “cattività”, dall’Assessore all’Agricoltura di Trento Giulia Zanotelli, l’orso M49 è stato castrato chimicamente. Una notizia che ha fatto scattare la rivolta di molti cittadini.
È stato castrato chimicamente il famoso orso M49 (un nome che rispecchia più un’arma da fuoco che quello con cui chiamarci un nostro amico a quattro zampe) che si aggirava nei boschi della provincia di Trento. A dichiarare il fatto è stata proprio l’Assessore all’Agricoltura Giulia Zanotelli, la quale ha specificato in una nota che si tratta di “normale prassi”.
Ma siamo sicuri che la prassi sia proprio questa? E che non si possa trovare altro modo per contenere una “bestia in cattività”? (com’è stata barbaramente definita da molti). L’assessore ha continuato il suo monologo affermando che, all’orso vengono somministrati da parte del veterinario, regolarmente (nemmeno fossero pasti giornalieri), degli integratori contenenti sostanze naturali, come gli amminoacidi e le vitamine, che fungono da calmanti e beneficiari nei confronti della salute dell’orso. Chi non è calma, invece, è l’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali). Ecco cos’è successo in giornata.
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Si sono presentati in Piazza Dante, a Trento, alle prime luci di stamane. E hanno iniziato la protesta contro una decisione che alla fine è arrivata in modo crudo e amaro. Sono gli attivisti di OIPA con sede in Trentino. All’incirca trenta persone che hanno voluto far sentire la loro voce contro quella che è stata definita una “folle decisione”. Insieme a loro c’erano anche alcuni esponenti della politica trentina.
Lo striscione esposto parlava chiaro: “Bears without fears” che tradotto in italiano vuol dire “Orsi senza paura”, un slogan a favore di questi giganti dei boschi. Ha parlato anche Ornella Dorigatti, esponente di OIPA del Trentina. La donna non ha usato mezze misure: “Sembra di essere in dittatura – ha affermato Ornella – bisogna rispettare gli animali e fermarsi con tutti questi inutili selfie. Gli orsi sono creature solitarie e per nulla al mondo aggressive”.
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Tutto questo ci deve indurre ad una profonda riflessione. Perché a volte, noi esseri umani, ci spingiamo nella “terra di nessuno” tanto per scattare qualche inutile selfie e poi, dopo un attacco per difesa, pretendiamo l’abbattimento di creature che non vorrebbero altro che essere lasciate in pace? Riflettiamo prima di urlare alla castrazione o all’uccisione di poveri animali.
Davide Garritano
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