Orso M49 braccato, Ministro ambiente Costa: “Non sparate!”

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By lotta75

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L’appello del Ministro dell’ambiente per l’orso M49

orso m49
Avvistamento orso m49

Dopo la fuga dal Centro Fauna Alpina di Casteller, l’orso M49, al quale è stato rimosso il radio collare all’interno della riserva è ora braccato.

Sull’esemplare pende un’ordine di cattura siglato dalla Provincia autonoma di Trento, in violazione con la legge nazionale e comunitaria.

Vietato catturare o uccidere un orso

Infatti, come ricorda in un approfondimento Agi, “l’orso, in base alla legge 157 del 1992 (art. 2 co.1), è una specie protetta. In particolare rientra tra le “specie di interesse comunitario che meritano una protezione rigorosa” elencate nell’Allegato D al Dpr 357 del 1997, che recepisce la normativa europea (direttiva 92/43/CEE) in materia di conservazione degli habitat naturali. In base alla norma comunitaria, e a quella italiana che l’ha recepita (art. 8 del Dpr 357/1997), è vietato – tra le altre cose – “catturare o uccidere esemplari di tali specie. Tranne in tre casi, per cui in base all’articolo 11 del Dpr 357/1997, il Ministero dell’Ambiente, “sentiti per quanto di competenza il Ministero per le politiche agricole e l’Istituto nazionale per la fauna selvatica”, può autorizzare la cattura o l’uccisione di un orso”.

Ciò non ha impedito al governatore Maurizio Fugatti di commentare la fuga, rilanciando che l’animale è pericoloso e che va “abbattuto”.

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Una vera e propria caccia all’orso con i cani che stanno sulle sue tracce. Secondo gli aggiornamenti, l’esemplare di 3 anni è stato individuato dalla forestale sui pendii della Marzola. E’ stata scattata una fotografia ai Piani di Bosentino. L’orso si sta spostando tra l’altopiano della Vigolana e il perginesee e pertanto è stato circoscritta l’area in cui si muove. La cattura dovrebbe essere imminente.

Ecco perché il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha rinnovato l’appello a non abbattere l’orso M49: “A chi sta seguendo le operazioni: non sparate!”, scrive il ministro in un tweet sul suo profilo ufficiale.

So che l’orso #M49 é stato individuato e circondato. Mi appello alle forze politiche e anche a chi sta seguendo le operazioni: non sparate! É un animale braccato e riuscirete a prenderlo ma non sparate. Io mi sto attivando al massimo delle mie competenze per evitare un #Daniza2

Orso M49: una figuraccia internazionale

Al destino di M49 si sono interessate tutte le associazioni animalista, Lav, WWf, Lndc, Aidaa che hanno annunciato di aver presentato esposti, appellandosi al Ministro dell’Ambiente.

Inoltre sono state lanciate campagne di raccolte firme e campagne di boicottaggio del turismo in Trentino.

La Lega Nazionale difesa del cane che si è interessata per prima al destino di M49 aveva presentato un esposto respinto dal Tar per sospendere la cattura.

“Mi sembra evidente che la cattura e la messa in sicurezza di M49 non siano state eseguite in maniera corretta, se davvero è riuscito a fuggire con una tanta facilità”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection, sottolineando che “a quanto risulta, inoltre, l’orso sarebbe ora sprovvisto di radiocollare e quindi impossibile da identificare con certezza. Il rischio concreto è quindi che le vittime di questa folle e ingiustificata caccia possano essere più d’una. Ancora una volta la Provincia di Trento mostra la più totale insensibilità verso una risorsa inestimabile come la propria fauna e una completa incapacità di gestione della stessa che, nell’ottica miope di questa politica, va solo sterminata anche se non ha mai causato veri danni a nessuno.”

La Lav in un comunicato ha reso noto di aver scritto anche al Ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha lanciato una campagna per raccogliere segnalazioni di maltrattamenti sugli animali, mettendo a disposizione la mail SOSanimali.viminale@interno.it.

La Lav ha chiesto al Ministro Salvini un intervento per salvare l’orso M49, perseguitato da un ordine di uccisione del Presidente del Trentino Maurizio Fugatti.

“Grazie per la sua iniziativa che giustamente, leggiamo, non è circoscritta a cani e gatti – abbiamo scritto nella nostra e-mail a Salvini – non mancheremo di portare alla sua attenzione le decine di casi di cui ci occupiamo tutti i giorni in tutta Italia, quello che subito va fatto è però un atto di clemenza nei confronti del plantigrado responsabile di nulla se non di fare ciò che la sua natura gli impone, l’orso, responsabile di alcun atto lesivo nei confronti di esseri umani che è stato condannato a morte da un’Ordinanza del suo compagno di partito Fugatti. Che non esista un pericolo per la popolazione è provato dal fatto che la Provincia non ha comunicato in alcuna maniera a trentini e turisti il presunto pericolo che starebbero correndo, nessun avviso è stato diffusione i luoghi di fuga di M49 né si trova alcun cenno sui canali facebook e twitter della Provincia. M49 è stato maltrattato catturandolo e ora braccandolo nelle vallate trentine: lei come tutore dell’ordine pubblico a livello nazionale avrà sicuramente capito che una Provincia che cattura maldestramente un animale, se lo fa scappare avendogli tolto addirittura il radiocollare, è incapace a gestire queste situazioni ed è giusto che quindi lo Stato prenda in mano la situazione attraverso il Ministero competente, quello dell’Ambiente”.

Dal canto suo, anche il presidente Aidaa, Lorenzo Croce, chiede le dimissioni o il licenziamento immediato di chi ha tecnicamente gestito quella assurda operazione.

“L’orso finito in una trappola, cattura effettuata senza sedazione e senza la presenza di un veterinario che potesse controllare lo stato di salute dell’orso che invece è stato chiuso in una gabbia (in realtà un tubo buio) e trasportato su un camion per tre ore dalla località di cattura fino al centro di Castellet. Un tragitto fatto di curve, frenate, salite e discese che hanno provocato nell’orso non solo uno spavento che poteva (o forse voleva) essere mortale, ma hanno innalzato l’adrenalina nell’animale rendendone quasi poi certamente possibile la fuga dopo solo due ore, e dopo che gli era perfino stato tolto il radiocollare e che dopo la fuga ha portato per la priva volta un orso in una zona quella dei boschi di Rendina dove gli orsi non ci sono mai stati in quanto han sempre vissuto a oriente dell’adige avendo nello stesso fiume, nella ferrovia e nell’autostrada una barriera invalicabile”.

Per Croce, la fuga dell’orso è una “figuraccia internazionale” .

 

C.D.

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