Orrore e sgomento per quanto avvenuto nei giorni scorsi a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, dove cinque cani da caccia sono stati imbavagliati, legati e uccisi a picconate. I poveri animali hanno subito la violenza e la furia omicida “di chi forse per rancore odio o vendetta si è scagliato contro di loro massacrandoli”, spiega in un comunicato in cui viene denunciata la vicenda l’associazione animalista “Animalisti Italiani onlus Reggio Calabria”. L’episodio è avvenuto in un box, sito in contrada San Filippo.
Duro il commento di Maria Antonia Catania, responsabile Animalisti italiani onlus della Piana di Gioia Tauro: “Urlare, piangere cosa ci tocca fare quando si apprendono notizie del genere. I poveri animali sono stati massacrati a picconate, legati e imbavagliati sono stati colpiti ripetutamente fino alla morte. Rabbia, dolore e impotenza di fronte a questo ennesimo atto vile e crudele che colpisce i nostri fratelli animali, vittime innocenti della cattiveria e barbarie umana. Non ho più parole, solo lacrime”.
L’associazione ha organizzato per sabato 27 maggio, alle 19.30 un sit-in a Palmi per denunciare l’accaduto. Sull’evento creato su Facebook si legge: “Li hanno imbavagliati,legati e uccisi a picconate. E’ successo a Palmi, in contrada San Filippo. I cani da caccia erano nei loro box, cinque anime innocenti e indifese hanno subito la violenza e la furia omicida di chi, forse per rancore, odio o vendetta, si è scagliato contro di loro massacrandoli”. Proseguono gli animalisti nella loro denuncia di quanto accaduto: “Non si conoscono altri particolari relativi a questo orrendo episodio di violenza e crudeltà su esseri indifesi. Non esiste nessuna giustificazione alla violenza sugli animali. La crudeltà è crudeltà e non esistono scuse”. Il comunicato conclude: “Sdegno e cordoglio, sabato 27 maggio prossimo. Isoliamo chi si macchia di tali crimini… essi sono un pericolo per la società”.
Ancora orrore, dopo le vicende che si sono susseguite lo scorso anno che sono arrivate sotto ai riflettori dei media nazionali. Il caso più eclatante, quello di Angelo, il cane bastonato a Sangineto per cui il prossimo 26 maggio è attesa la sentenza a carico dei quattro giovani ragazzi che lo hanno legato ad un albero e filmato la sua morte in diretta, dopo una lenta agonia. Una crudeltà che lascia spazio ad una riflessione sulla necessità che vi sia una maggiore attenzione da parte delle istituzioni sul tema e sicuramente riporta in primo piano il tema di un inasprimento delle pene.
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GM
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