Un atroce sfruttamento alle spalle dei padroni: la storia del cane destinato all’eutanasia ma sfruttato dal veterinario per le trasfusioni.
Prendere una decisione come quella, unica via per donare pace e serenità al loro cucciolo destinato comunque a una morte sofferente, doveva essere stato molto difficile per i suoi padroni ma quello che avrebbero scoperto li avrebbe devastati ancora di più. I due coniugi texani non potevano immaginare che il cane destinato all’eutanasia era sfruttato dal veterinario per le trasfusioni di sangue. Il tutto avveniva alle spalle degli ignari padroni: tutta la storia.
La diagnosi devastante del veterinario non aveva lasciato speranze al povero Sid, un Leonberger di 5 anni, che Marian e Jamie Harris avevano accolto in casa e trattato come un figlio. Purtroppo la malformazione spinale congenita che gli era stata rilevato dal medico avrebbe condotto rapidamente il cane a una vita di atroci sofferenze, senza speranza di cura, fino a una morte atroce. Proprio per risparmiargli questo crudele destino, la coppia texana aveva deciso di destinarlo all’eutanasia e di metterlo nelle mani proprio di colui che aveva individuato la malattia.
I coniugi Harris si fidavano del dottor Lou Tierce, che li aveva convinti che quella fosse la soluzione migliore per Sid e che si sarebbe occupato lui della pratica: lo avrebbe soppresso e ne avrebbe successivamente bruciato il corpo, dandone sepoltura nella sua fattoria. Ma proprio mentre i due padroni piangevano quella che credevano fosse stata la fine di Sid, il medico aveva in mente ben altri piani e naturalmente aveva tenuto allo scuro i due padroni.
Sid non solo aveva continuato a vivere e soffrire per la sua condizione patologica ma era tenuto in gabbia e sfruttato per delle trasfusioni di sangue: questo era il piano diabolico del veterinario, che lo ha portato avanti indisturbato per sei mesi, fino a quando una sua collaboratrice ha denunciato ciò che stava accadendo nella clinica Camp Bowie. Per i padroni deve essere stato un doppio shock: il primo per aver detto addio al loro Sid, il secondo per aver scoperto cosa gli era capitato a loro insaputa.
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Non solo il veterinario aveva tenuto segregato il cane per trarne personale profitto ma aveva anche mentito sulla diagnosi: il cane in realtà non era affatto malato e non soffriva di alcuna patologia congenita. Il lieto fine per Sid e i suoi padroni è stato possibile solo grazie all’intraprendenza dell’impiegata della clinica del dottor Tierce, Mary Brewer, che ha trovato il coraggio di denunciare l’operato increscioso del suo capo.
E come nelle migliori favole, il lieto fine è arrivato per il cane che ha potuto riabbracciare i suoi padroni e con l’arresto del veterinario che, con la sua condotta, ha infranto il codice deontologico e morale della sua professione. E non solo: questa storia venuta a galla in realtà ha fatto scattare le indagini nella suddetta clinica, per chiarire se ci fossero altre storie simili a quella di Sid.
Il medico ha provato a difendersi dalle accuse formulate dall’ordine degli esaminatori medici veterinari dello Stato, in seguito all’irruzione della polizia di Fort Worth nella clinica, sostenendo che quelle contro di lui fossero solo delle ‘sciocchezze’ e che la sua ex dipendente volesse solo vendicarsi di lui. Dall’altra parte invece la ex collaboratrice ha sostenuto di essersi licenziata dopo aver scoperto i maltrattamenti che venivano perpetrati quotidianamente nella struttura in cui lavorava.
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