E’ una vicenda sconvolgente quella di una donna nota per essere una esperta allevatrice e addestratrice di levrieri, dopo un controllo a sorpresa la donna è stata incarcerata
Inghilterra, Rebecca Perkins era una rispettata addestratrice di levrieri con un’esperienza di quasi due decenni finche dopo un controllo a sorpresa gli agenti hanno trovato nel suo allevamento una situiazione agghiacciante tanto che è stata arrestata e processata ricevendo una condanna a 36 settimane di carcere oltre al divieto a vita di detenere animali.
La donna è stata infatti dichiarata colpevole per tre gravi reati previsti dall’Animal Welfare Act legati al maltrattamento di 38 levrieri rivelando un lato oscuro e inatteso di un’attività che è solitamente associata al rispetto e alla cura degli animali ovvero l’allevamento.
La tragica situazione dei cani di Perkins è emersa grazie all’intervento del Greyhound Board of Great Britain un ente di regolamentazione delle corse autorizzate, che ha deciso di effettuare un controllo a sorpresa presso l’istituto di addestramento gestito da Perkins nel settembre dell’anno scorso.
L’ispezione ha pero rivelato uno scenario veramente agghiacciante, un levriero di colore nero era visibilmente debilitato è stato trovato rinchiuso all’interno di un canile di dimensioni ridotte mentre stava lottando per uscire.
Le sue condizioni erano tali da farlo apparire “in uno stato vergognoso” così emaciato da malapena riuscire a camminare, così è iniziata la visita degli orrori in tutta la proprietà dove ogni ritrovamento è stato più terrificante degli altri.
Alcuni dei cani più affamati sono stati rinvenuti in stalle dove è stato scoperto anche lo scheletro di un cucciolo deceduto da tempo, la danna in quel momento non era presente ma e al suo ritorno le è stato chiesto di aprire la struttura principale del canile.
Come nei film dell’orrore l’apertura della porta ha scatenato un senso di rabbia e disgusto agli agenti presenti, l’odore nauseante all’interno ha immediatamente stordito l’amministratore GBGB, che ha descritto il luogo come pieno di escrementi e sporcizia.
Il pavimento del canile era infatti cosparso di escrementi e urina e i cani all’interno dei box apparivano in condizioni deplorevoli con molti di essi visibilmente emaciati, come se non bastasse nei locali sono stati ritrovati anche i resti di quattro cani deceduti.
Immediatamente è stata contattata la RSPCA che è accorsa immediatamente inviando l’ispettore Claire Mitchell e l’ufficiale di salvataggio degli animali Daniel Richardson.
Secondo le testimonianze degli agenti alcuni degli animali apparivano estremamente deboli e malridotti. In molti avevano ferite aperte e piaghe diffuse.
Nonostante l’intervento immediato della RSPCA per alcuni dei cani l’assistenza è giunta troppo tardi. Un esperto veterinario, a seguito dell’analisi delle fotografie delle condizioni degli animali, ha affermato alla corte che i bisogni fondamentali di tutti i cani non erano stati soddisfatti, ipotizzando una durata del maltrattamento di almeno due settimane, se non di alcuni mesi.
La donna ha ammesso le proprie responsabilità dichiarandosi colpevole di aver causato sofferenza inutile a 37 levrieri, di non aver provveduto a cure veterinarie per affrontare zoppia e piaghe su tre di essi e di non aver fornito un ambiente igienico adeguato per 35 levrieri. La donna avrebbe cercato di giustificare il suo comportamento asserendo di avere problemi di salute e difficoltà finanziarie.
Nonostante le sue giustificazioni la sentenza non è stato influenzata e l’allevatrice è stata condannata a dover scontare poco meno di 9 mesi di carcere che si compone di due pene detentive di 18 settimane ciascuna per i reati di maltrattamento, da scontarsi consecutivamente, e una pena detentiva aggiuntiva di 12 settimane per il reato legato alla mancanza di igiene nell’ambiente in cui i levrieri erano tenuti.
La signora Perkins è stata inoltre obbligata a pagare per le vittime rinvenute nella proprietà e non potrà presentare presentare ricorso contro il divieto di tenere animali per 10 anni mettendo quindi fine alla sua attività lavorativa.
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