I social media non solo hanno aiutato a far ricongiungere centinaia di pelosi smarriti ai loro proprietari anche a distanza di anni o a far adottare in extremis gli esemplari che in alcuni paesi erano a rischio eutanasia.
In numerosi casi, la rete è un valido supporto per denunciare, lanciare campagne e fare delle raccolte firme come nella vicenda accaduta ad Alice in Texas, dove una donna ha scattato una fotografia agghiacciante che ha poi condiviso su Facebook sollevando un polverone e arrivando dritto alle autorità comunali.
La donna racconta di aver visto un meticcio di taglia media, gravemente ferito, lungo una strada del suo quartiere per cui ha chiamato la Animal Control, protezione animali municipale, chiedendo un intervento. Ma l’operatore giunto sul posto ha tenuto un comportamento sconcertante, documentato dallo scatto fotografico della cittadina, shoccata. L’ufficiale dopo aver constatato che il cane recava ferite da morso, ha preso il cane inerme, con un palo di cattura, trascinandolo per il collo, sulla strada piena di sassi e di sporcizia, senza prendersi cura dell’animale, indifferente alle sue gravi condizioni.
Un comportamento definito disumano e soprattutto, denunciano gli animalisti, si tratta di una modalità che non era necessaria in questo caso, in quanto l’animale non era pericoloso e vi erano altre modalità da applicare per trasferire il cane dal veterinario.
Dopo la diffusione della fotografia sui social è esploso il caso mediatico al quale si sono interessate diverse associazioni che hanno chiesto chiarimenti anche attraverso una petizione online.
Secondo quanto si apprende, le autorità municipali hanno riferito in una nota di aver avviato un’indagine sul caso. Tuttavia, nel comunicato viene sottolineato che stanno indagando sull’abbandono e cercando di rintracciare il proprietario dell’animale, mentre non è stato espresso nessun riferimento riguardo all’operatore, responsabile del maltrattamento.
La rete si è mobilitata per chiedere giustizia e ha avviato una petizione affinché l’operatore sia licenziato e che sia interdetto dal lavorare con gli animali in futuro.
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