“X Project” è stato avviato lo scorso anno da Alfredo Meschi, performer, regista, attore teatrale e autore di saggi, ispirandosi all’opera “La vita degli animali” di John Maxwell Coetzee (Premio Nobel per la letteratura nel 2003. Meschi ha così deciso di tatuarsi il proprio corpo con ben 40mila “X”, in ricordo dei 40mila animali che ogni secondo vengono uccisi in tutto il mondo a scopo alimentare.
Meschi vive con la sua famiglia a Bosa in Sardegna dove collabora a numerosi progetti sociali. Il progetto “X” è stato anche esteso a livello internazionale con una “call” o un invito a chiunque a tatuarsi almeno una “X” per mantenere viva la memoria della sofferenza animale e alla sua liberazione. L’obiettivo della campagna di sensibilizzazione del progetto è quello di raggiungere 40mila persone.
L’intera opera di Meschi si basa sul principio dell’antispecismo che lo ha portato all’estremo della body art. L’artista ha realizzato diversi progetti dedicati a tematiche animali, tra le quali Kj2 in ricordo dell’orsa uccisa in Trentino. Una serie di performing test, fotografie che documentano la condizioni dell’orsa che si trova a tu per tu con l’ambiente umano che invade sempre più l’habitat delle specie selvatiche. Oppure con il progetto “Misoteria” nel quale evidenziare il senso di “odio e disprezzo” delle persone nei riguardi degli animali. Una scissione dell’uomo dalla natura stessa. L’antispecismo non si fonda sulla divisione bensì l’unione e il rispetto della vita. Esaltare l’empatia, la compassione o la vulnerabilità per giungere ad una dimensione in cui l’umanità sia più vicina alla natura e agli animali. Una realtà dove non esiste lo sfruttamento, la catena di produzione che mira unicamente ad appagare un bisogno individuale ed economico. La pietà diventa un leit motiv per giungere ad una grazia.
Molti artisti hanno deciso di dedicare il personale percorso alla causa animale. Come Tiziana Pers che in un’intervista rilasciata ad Amoreaquattrozampe ha spiegato come attraverso la sua arte vuole stabilire un dialogo che si fonda sullo scambio e l’evoluzione delle coscienze. Non si tratta di imporre un unico punto di vista quanto di diffondere un messaggio di rispetto per la vita, indicando le incoerenze di una società che si fonda su un sistema che ha istituzionalizzato la violenza, allontanando l’uomo dalla sua natura.
C.D.
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