Peta si dimostra particolarmente attiva contro la produzione delle pellicce. Come ben noto, l’industria in questione comporta grandi sofferenze per migliaia di animali. È per questo che l’organizzazione animalista ha organizzato una campagna che si avvale della presenza di Gillian Anderson. L’attrice protagonista della famosissima serie degli anni ’90 ‘X-Files’ ha posato senza vestiti per questa causa. “Meglio nuda che con la pelliccia” è lo slogan comparso sotto l’immagine di una sorridente Anderson, splendida anche ora che ha 49 anni. E non è l’ultima iniziativa intrapresa dalla Peta contro l’industria delle pellicce. Oggi sono cominciate le Olimpiadi Invernali di Pyeongchang, in Corea del Sud.
E sul posto è giunta Ashley Fruno, attivista del noto movimento animalista che agisce su scala mondiale. Da quelle parti la temperatura segna ben 10° sotto lo zero, ma la temeraria Ashley si è presentata in biancheria intima, guanti ed anche con un paio di orecchie rosa da coniglio. E non è neanche la prima volta che la Fruno fa questo per gli animali. L’attenzione di certo l’ha attirata, grazie alla delicatezza ed alla grazia delle sue forme. Ma Ashley ha anche ben altre qualità, e più profonde. Per quindici minuti circa la giovane ha reso noto ai giornalisti presenti sul posto la linea sposata dalla Peta per quanto riguarda il commercio di pellicce.
Ashley ha affermato che “i campioni non indossano la pelle degli animali”. Slogan riportato anche su un cartello immortalato dai fotografi. La protesta dell’attivista Peta è fondata in quanto in Corea del Sud è molto diffuso l’utilizzo di pellicce, così come altri paesi limitrofi come la Cina. Proprio lì si terrà la prossima edizione delle Olimpiadi Invernali, nel 2022. Ed i cinesi sono tra i maggiori esportatori di pellicce al mondo. Ashley ha gridato con convinzione che nel 2018 una pratica del genere non dovrebbe essere diffusa, e che nessuno tra atleti, locali e turisti dovrebbe indossare pellicce. Il discorso è finito anche sul commercio della carne di cane, che rappresenta un alimento caratteristico in Corea del Sud e Cina. Anche questa è una pratica violenta ed aberrante. Ashley Fruno si è detta poi sorpresa del fatto di come i coreani abbiano reagito con stupore alla sua protesta. “Dalle nostre parti parlare dei diritti degli animali è quasi una cosa normale. Qui invece no, perché non si sono mai posti il problema. Ma quando portati a riflettere sull’argomento, i locali mostrano una importante apertura”.
A.P.
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