Nuovo tessuto innovativo sostituirà la pelle di animale che provoca la sofferenza di creature viventi con una sostanza vegetale estratta dai funghi.
Da qualche tempo molti stilisti e molte case di moda si sono schierate in favore degli animali e hanno deciso di smettere di realizzare e produrre capi d’abbigliamento di origine animale. A seguito di questa decisione è stato infatti scoperto un materiale rivoluzionario simile alla pelle che però può essere realizzato non facendo male a nessuna creatura del regno animale.
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Il materiale alternativo per realizzare i nuovi capi d’abbigliamento si chiama Reishi, con questo materiale potranno essere realizzati accessori in “pelle” e anche veri e propri indumenti.
Il materiale è stato definito rivoluzionario dato che è molto simile alla pelle ma non reca sofferenza agli animali, infatti il materiale è realizzato grazie ai funghi.
Questo materiale alternativo è stato realizzato con la consapevolezza di non voler più maltrattare e sfruttare gli animali per realizzare l’abbigliamento, nonostante infatti in molti tra gli stilisti più famosi si siano rifiutati di utilizzare per le loro collezioni i materiali come pelle e pellicce, tali prodotti sono ancora molto richiesti sul mercato.
A quanto sembra infatti non tutti hanno abbracciato la filosofia “ecosostenibile” e le richieste di accessori di capi d’abbigliamento in pelle sono ancora tantissime. Motivo per cui è stato realizzato il Reishi un nuovissimo materiale innovativo e vegetale simile alla pelle che non comprende lo sfruttamento di animali, i tessuti infatti sono realizzati estraendo il micelio dei funghi.
A quanto sembra quella che è la parte vegetativa del fungo esposta a una determinata temperature e umidità, trattata, si trasforma in una sorta di materiale plastico, e molti laboratori stanno realizzando dei tessuti di simil-pelle.
Il Reishi è un materiale meno inquinante più resistenze e biodegradabile molto simile alla pelle che può essere utilizzato per realizzare qualsiasi accessorio e per qualsiasi capo d’abbigliamento.
Attualmente in Italia esiste una sola azienda produttrice di questo materiale e esistono anche alternative più diffuse come l‘eco-pelle, o la realizzazione con la stampante 3D con la coltivazione in laboratorio, o una sorta di pelle estratta da alcuni frutti e da scarti alimentari.
L.L.
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