L’uomo ha compiuto passi da gigante in fatto di scoperte scientifiche, soprattutto dall’800 in poi. E questo processo è andato via via aumentando grazie al progredire della tecnologia. Basti pensare che l’umanità ha raggiunto la Luna e si è spinta anche oltre il sistema solare, grazie all’utilizzo di sonde come le Voyager e più di recente Horizon, che nell’estate 2015 ci ha svelato Plutone ed i suoi cinque satelliti naturali come mai era stato possibile vederli prima. Eppure è proprio in casa nostra, sul pianeta Terra, che vanno fatte ancora delle esplorazioni. Se sulla superficie non c’è nient’altro da scoprire, non è così invece per alcune zone come le profondità marine.
I ricercatori statunitensi del Museo nazionale di storia naturale Smithsonian (NMNH) e dello Smithsonian Tropical Research Institute hanno potuto ammirare per la prima volta delle nuove specie di pesci in una zona nella quale l’uomo mai aveva avuto la possibilità di inoltrarsi. Questo posto è situato nella barriera corallina dei Caraibi, a Curaçao. Dal 2011 il NMNH porta avanti i suoi studi, coordinati dalla professoressa Carole Baldwin. Una cosa simile era già avvenuta in Australia la scorsa estate.
Nuove specie di pesci nelle profondità dell’Atlantico, studiosi increduli
Grazie all’utilizzo di un sommergibile di piccole dimensioni, il ‘Curasub‘, è stato possibile raggiunge i 300 metri di profondità ed ammirare in pratica quello che è un pianeta nuovo, un mondo a se. A quelle profondità la luce del sole non può arrivare se non in maniera estremamente debole. Le zone con questa caratteristica vengono definite ‘crepuscolari’. Il Curasub, che può compiere immersioni prolungate anche di 8 ore con a bordo un numero massimo di 5 individui, ha consentito all’equipe della Baldwin di posare gli occhi su decine e decine di nuove specie di pesci.
Si pensa che molti di essi che hanno la possibilità di vivere anche più vicino alla superficie, preferiscono restare lì dove possono avere maggiore riparo dal surriscaldamento globale e da altri pericoli provocati dai cambiamenti climatici (e dall’uomo). Le 80 immersioni fin qui effettuate hanno portato alle osservazioni ravvicinate di ben 4500 pesci. Le nuove specie di pesci ed invertebrati scoperte sono state 30 sulle 71 studiate nella circostanza, ad oggi. E questo in una zona di appena 200 metri quadri. Si tratta di una notizia davvero sorprendente, che presenterà ulteriori sviluppi da analisi successive.
A.P.