In Italia e nel mondo, sono in tante le associazioni animaliste che si battono per la chiusura dei delfinari, ritenendo la pratica “punitiva” nei confronti dei mammiferi. Di recente, grazie all’aiuto di Animal Asia Foundation, in Vietnam, precisamente nella città di De Nang, è stata annullata l’apertura del delfinario più grande della penisola asiatica. Le associazioni animaliste sono insorte e le autorità hanno deciso di rinunciare alla proposta di realizzare quest’area faunistica marina.
Tuttavia, non solo i delfinari restano aperti, ma ci sono decisioni che continuano a suscitare indignazione, anche in Italia. Infatti, è uscito in questi ultimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale l’ultimo decreto del ministro Galletti in merito alla custodia di animali selvatici in cattività. A Camere praticamente sciolte, in sostanza, vengono modificati alcuni paragrafi della direttiva 1999/22/CE. Sembrerebbe una decisione banale, ma che ‘legalizza’ una pratica finora vietata: si potrà cioè nuotare con i delfini in ambiente controllato, cioè nei delfinari, anche se non si è addetti ai lavori.
Di fronte alle proteste, il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare ha dovuto specificare che “non si tratta di un via libera a questa attività ma una semplice deroga nell’ambito di iniziative di educazione ambientale senza scopo ludico”. Ma questa precisazione non ha fermato le polemiche: il problema è che la pratica di nuotare coi delfini venga consentita, in qualsiasi sua forma. In Italia le strutture che mantengono in cattività i delfini (tutti tursiopi) sono l’acquario di Genova e Oltremare di Riccione, appartenenti alla Costa Group, e Zoomarine di Pomezia di proprietà di una multinazionale messicana.
Negli ultimi anni, proprio questa struttura era stata al centro delle polemiche: qui infatti era già possibile qualcosa del genere. Ovvero, per 150 euro a testa, c’era la possibilità di partecipare al programma “Emozione Delfini – un giorno da addestratore”. Questo comprendeva una sessione pratica direttamente in vasca. Finora i delfini non potevano comunque essere toccati, ma da domani con le modifiche apportate alla direttiva europea, tutto potrebbe cambiare.
In Messico, peraltro, si tratta di pratiche molto diffuse, mentre in Italia il fenomeno dei delfinari era in diminuzione. Dal lago di Garda a Rimini, molte erano le strutture che avevano fatto a meno in questi ultimi anni dei delfini. E anche a livello internazionale la situazione era mutata: diversi addestratori hanno fatto dietrofront a cominciare dall’americano Ric O’Barry. Questi aveva anche partecipato a un documentario sull’orrore della cattura-massacro di delfini di varie specie da parte dei giapponesi.
Sulla stessa lunghezza d’onda si era posto lo spagnolo Albert Lopez che ha lavorato anche a Genova e Oltremare di cui è stato responsabile. L’addestratore aveva ammesso che nei delfinari i mammiferi sono costretti a stare sotto stress per molte ore. Non va dimenticato, in ultimo, che proprio a causa della loro condizione, i delfini hanno spesso reagito. Tante sono state le aggressioni registrate negli ultimi anni.
GM
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