Una coppia viene fermata poco dopo l’arrivo all’aeroporto di Fiumicino, ha con sé delle gabbie dove sono stipati nove piccoli chihuahua. Le loro condizioni di trasporto sono pessime. I cuccioli infatti sono fra tremori, feci e vomito. La donna che li trasporta spiega: “Sono i cani di mia zia, li portiamo a casa”. Poi aggiunge: “Li amiamo come figli”. Il suo compagno annuisce, ma la loro versione non convince le forze dell’ordine.
Il blitz è stato effettuato dal nucleo di polizia giudiziaria di Fare Ambiente coordinato da Antonio Colonna, affiancato dalla Sottosezione polizia stradale di Roma. La coppia con i chihuahua era lungo il Grande Raccordo Anulare. Colonna spiega: “Si tratta di un fenomeno grave e diffuso”. A quanto pare quei cuccioli, provenienti dall’Ucraina, erano diretti in un canile amatoriale nelle Marche.
Chiarisce quanto sta accadendo Colonna: “Grazie a una normativa imprudente, che consente di produrre fino a trenta cuccioli l’anno in ambito dilettantistisco e senza soggiacere ai controlli sanitari e fiscali imposti agli allevatori professionali, si è creato un enorme flusso di importazioni illegali dall’Est. Finiscono nei negozi o negli allevamenti casalinghi, fotografati con le fattrici nostrane per dare a intendere che siano nati qui”.
Rileva il vice comandante Vincenzo Caporilli: “A queste persone sono stati contestati gli articoli 544 ter del Codice penale per maltrattamento di animali, il 484 per possesso di documentazione falsa e l’articolo 4 della legge 201/2010 per traffico illecito. I cani sono stati sequestrati con la vettura e gli incartamenti”.
I poveri cuccioli vengono così portati al commissariato Settebagni. Qui sono affidati alla veterinaria Giulia Caterbetti che nella notte li trasferirà in una clinica di Fabriano. Anche lei è sconcertata dall’accaduto: “Solo uno è fornito di microchip, straniero. Disidratati, prostrati, non avevano a disposizione acqua né cibo, solo qualche pezzo di prosciutto crudo che per loro è veleno”. I piccoli chihuahua sono otto femmine e un maschio e hanno davvero poche settimane di vita. Cinque di loro, viene spiegato, non hanno nemmeno un mese.
L’intera vicenda viene ricostruita da Veggie Channel, che sul suo canale Youtube pubblica un video in cui mostra in particolar modo i soccorsi ai poveri chihuahua. Colonna conclude dando qualche numero sul giro d’affari intorno alla tratta di animali domestici: “I grandi numeri del traffico riguardano razze di moda e di piccola taglia. Chihuahua, maltesi, bulldogue francesi nei paesi dell’Est sono prodotti in serie e senza regole. Qui vengono acquistati a poco prezzo ma rivenduti fra i mille e i 4.000 euro ciascuno”. La vicenda ha avuto un lieto fine, ma la domanda resta: com’è possibile che ci siano persone che non si fanno scrupolo alcuno a fare profitti illegali con dei poveri cagnolini?
Il ritrovamento dei chihuahua
GM
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