Non è reato rubare animali per salvarli da maltrattamenti

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By lotta75

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Rubare animali per salvarli dai maltrattamenti

CANE MALTRATTAMENTI

Con una sentenza, emessa a luglio 2019 e pubblicata ad ottobre, la Cassazione ha annullato la condanna a dodici animalisti che nell’aprile del 2012 si erano introdotti nell’allevamento “Green Hill” di Montichiari, in provincia di Brescia, per liberare 67 beagle.

Il caso divenne un evento di rilievo nazionale e internazionale della lotta animalista. La fotografia della cucciola di beagle chiamata Vita, fece il giro del mondo.

>>Morta Vita: la beagle simbolo della lotta animalista contro Green Hill

I cani allevati erano destinati ai laboratori di sperimentazione animali. Per questo, gli animalisti fecero irruzione e liberarono i beagle, dando vita a quella che stata una lunga battaglia per far chiudere l’allevamento.

Ma non solo. Grazie alle manifestazioni e alle azioni degli animalisti, si è arrivati nel 2014, a una modifica dell’articolo 13 della Legge delega n.96 del 2013 con il quale è stato vietato allevare cani, gatti e primati destinati ai laboratori di sperimentazione. Per cui Green Hill non ha potuto riaprire.

La suprema corte, quinta sezione penale, ha annullato le condanne della corte d’Appello di Brescia emesse nel maggio 2018 nei riguardi degli animalisti, che prevedevano pene detentive tra gli 8 e i 10 mesi.

I giudici hanno infatti stabilito che l’azione degli attivisti non è paragonabile ad un furto. Non si è trattato di un gesto premeditato e non ha portato vantaggio agli attivisti.

“L’uomo ha sempre manifestato verso gli animali, in quanto essere senzienti, un senso di pietà e di protezione, quando non anche di affetto. Da qui l’esistenza, in tutte le epoche storiche, di precetti giuridici, essenzialmente di natura pubblicistica, posti a salvaguardia e a tutela degli animali”, è scritto nella motivazione della sentenza della Cassazione, dove viene sottolineato che “Se l’utilità perseguita dall’autore del furto deve essere connessa alla cosa oggetto dell’impossessamento e non all’azione in sé, non è comprensibile quale sia se si esclude vi possa essere un dolo nel liberare gli animali che sono stati sottoposti a maltrattamenti”.

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