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Non ce l’ha fatta, il cucciolo di tre mesi scorticato vivo

E’ stato ritrovato in condizioni disperate, dopo che qualcuno si era divertito a scorticarlo vivo e a rilasciarlo nel branco di cuccioli di randagi al quale apparteneva. Il tenero cucciolo, chiamato Chocolate era stato notato per caso da un passante che ha subito allertato le autorità competenti per aiutare quel povero animale che, a soli tre mesi di vita, aveva vissuto l’orrore.

Immediato il soccorso e il trasferimento del cane presso una clinica veterinaria dove lo staff ha fatto il tutto e per tutto per salvarlo. Purtroppo a distanza di una settimana, il cucciolo è deceduto per la gravità delle ferite. Infatti, dal cane era stata asportata la pelle dalla nuca fino all’altezza dei polmoni. Le sue condizioni erano disperate, ma chi lo ha trovato, ha  cercato di fare l’impossibile, portandolo al sicuro con i suoi fratelli, lontani da quel luogo maledetto dove era stato così orribilmente torturato.

Il caso aveva sollevato lo sdegno sui social argentini e le associazioni animaliste locali avevano presentato una denuncia contro ignoti, lanciando un appello a chiunque potesse fornire informazioni utili ad individuare il responsabile.

Il veterinario che visitò per primo Chocolate aveva riferito che i tagli erano perfetti e pertanto eseguiti da una persona del mestiere.

La morte di Chocolate, sopraggiunta dopo una settimana, ha di nuovo provocato un’ondata di rabbia e l’associaziona animalista locale Proyecto 4 Patas che ha reso noto del decesso del cane sta ora chiedendo un inasprimento delle pene per maltrattamento di animali, all’insegna dell’hashtag #JusticiaPorChocolate #JusticiaPorLosAnimales.

“Casi come la crudeltà che ha subito il piccolo Chocolate dovrebbero trasformare la nostra rabbia in azione e farci lavorare insieme per cambiare questa terribile realtà di cui sono vittime migliaia di animali”, ha scritto Proyecto 4Patas.

Mentre la Fundación Bio Animalis ha messo a disposizione una ricompensa di 20mila pesos a chi contribuirà ad individuare i responsabili: “Quegli occhi che hanno sofferto ci raccontano tutto. Era solo un cucciolo… UN CUCCIOLO!!! Non possiamo permettere azioni così crudeli nella nostra società. Il maltrattamento degli animali è l’anticamera della violenza sociale e viceversa. I giudici devono iniziare ad emettere sentenze esemplificative!”, ha commentato con rammarico il direttore della fondazione, in un post sui social.

Un caso accaduto in Argentina ma che ci riporta anche nel Belpaese e ci mostra il volto più orribile della cattiveria e della disumanità, portandoci, come sempre, ad interrogarci su chi è la vera bestia!

 

Ecco come lo avevano ridotto!

@Facebook/Fundación Bio Animalis ong
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