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Nidi di plastica, il preoccupante fenomeno che coinvolge i cormorani

Nidi di plastica, il terribile ritrovamento avvenuto lungo le coste del Cile che fa riflettere sulle gravi conseguenze dell’inquinamento

L’uccello cormorano (Foto Pixabay)

 

E’ un pericolo per la salute e la vita di tutti gli animali, ignari purtroppo del grave rischio che corrono. Tra le categorie maggiormente coinvolte ci sono anche quelle dei volatili che  devono subire i danni prodotti dall’inquinamento, senza esserne a conoscenza. Dalle coste del Cile, giunge la notizia di un gruppo di cormorani dalle zampe rosse che ha costruito i loro nidi con i rifiuti di plastica.

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Nidi di plastica, l’angosciante scoperta in Cile

Inquinamento da plastica (Foto Pixabay)

In pochissimo tempo, i cormorani si sono ritrovati a sostituire, inconsapevolmente, il materiale salutare che usavano prima con un altro pericoloso. Gli studi condotti dagli esperti del settore sono stati realizzati su 151 nidi, ognuno dei quali, costituito al 100 % da materiale inquinante. Al riguardo, Ana García-Cegarra, professoressa di biologia presso l’Università di Santo Tomás Antofagasta ha affermato: “Questa potrebbe essere la colonia di nidificazione più contaminata al mondo.” Parole non incoraggianti che fanno capire quanto sia enorme il guaio da risolvere.

L’incuranza umana sta continuando a mietere vittime innocenti, comportando un disastro ambientale che rischia di divenire irreparabile, se il fenomeno dovesse persistere. Molti cormorani sono morti soffocati per aver ingerito la plastica o rimanere impigliati al loro interno. “Probabilmente, questi tipi di uccelli marini prendono la plastica dal fondo del mare che vanno a trasferire nei loro nidi. Molte volte non ce la fanno a sopravvivere e trasferiscono il medesimo pericolo ai pulcini, accumulando le tossine nei loro organi. Le nostre errate abitudini stanno coinvolgendo tutta la fauna marina compresi i nidi degli uccelli. Non solo.. perché comprendono, inevitabilmente, anche il cibo che arriva sulle nostre tavole” ha sottolineato l’insegnante di biologia.

Il materiale ritrovato era composto da maxi sacchi di sabbia e persino da sacchi di plastica la cui vendita nel 2018 era stata proibita. In realtà, nonostante il veto, il loro impiego non si è fermato, causando gravi danni all’intero ecosistema ambientale. Ad essi, si aggiungono le attrezzature da pesca che compongono il 15 % del nido.

Pertanto, diminuire l’uso della plastica e stare attenti a non riversarla nell’ambiente è l’unica valida alternativa per porre fine ad un nodo complicato da sciogliere.

 

Benedicta Felice

Benedicta Felice

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Benedicta Felice

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