Nasce la prima piattaforma italiana per adottare cani e gatti: ecco in che cosa consiste e quale è il suo funzionamento.
Il primo database nazionale verificato, aggiornato in tempo reale, che permette di conoscere cani e gatti che cercano casa da una parte all’altra della penisola. Questa la bellissima iniziativa promossa dal Corriere della Sera. Sul sito web del quotidiano è possibile accedere a una piattaforma dove sono stati catalogati tantissimi cani e gatti ospitati nei canili e gattili di Italia.
Trovatelli nati e cresciuti in strada, animali abbandonati, cani e gatti oggetto di sequestro giudiziario. Cucciolo che i proprietari hanno deciso di abbandonare al loro destino. Per tutte queste creature con il cuore spezzato, la cura esiste e consiste nell’adozione.
In collaborazione con le principali associazioni e con i rifugi municipali delle grandi città, il Corriere della Sera ha creato una nuova pagina adozioni, consultabile al sito web adozioni Corriere. Le schede possono essere consultate filtrando la regione, il tipo di animale, l’età, il sesso, se si tratta di una adozione del cuore, la più importante e speciale di tutte.
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Chi consulterà la piattaforma avrà la possibilità di conoscere i tantissimi quattro zampe senza famiglia e scegliere di compiere un gesto di responsabilità verso l’animale e verso la società. Si tratta di adozioni consapevoli, vincolate a verifiche pre e post affido, a cura dei responsabili delle strutture e delle associazioni che le gestiscono.
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Purtroppo sono all’ordine del giorno storie come quelle della cagnolina di sette anni di nome Ofelia che dopo aver trascorso tutta la sua vita in canile è morta perché l’unica adozione trovata tre mesi prima del decesso è stata bloccata per via di alcuni cavilli burocratici che non hanno permesso alla cucciola di raggiungere la famiglia disposta ad accoglierla in Germania.
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Per far fronte ai sempre più diffusi abbandoni di cani e gatti e al conseguente aumento di ospiti nei rifugi e di randagi in strada, le associazioni animaliste stanno promuovendo campagne per sensibilizzare l’opinione pubblica. Il randagismo sta diventando infatti un fenomeno sempre più diffuso in tutta Italia. Dopo un decennio in cui la situazione sembrava stesse migliorando, negli ultimi anni è stato registrato un notevole incremento di cani randagi, tanto che secondo alcune stime il numero degli animali che vivono in strada ammonterebbe in media a circa seicento mila esemplari, secondo i dati ricavati dai rapporti sul randagismo stilati dalle associazioni animaliste come la Lega anti vivisezione (LAV) e dall’ENPA
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha dichiarato che nel 2023 sono stati abbandonati o ceduti in media 384 animali domestici al giorno. Per fare fronte dell’aumento del numero di animali randagi, anche su base legislativa sono state introdotte diverse leggi. La normativa di riferimento in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo è la Legge quadro n. 281 del 1991. Secondo la legge, l’iscrizione in Anagrafe canina regionale o in quella nazionale non determina l’acquisizione della proprietà del cane registrato. L’iscrizione è solo un adempimento di natura amministrativa, obbligatorio in tutta Italia per i cani.
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Negli ultimi anni sono cambiate le modalità con cui gli animali vengono abbandonati. I proprietari telefonano, scrivono, si informano per accettarsi che la cessione del cane sia possibile. E così, queste persone si “liberano” di un problema, come fanno quando restituiscono un qualsiasi altro oggetto acquistato. Da qui deriva un appello alla cittadinanza perché si impegni in adozioni consapevoli, adozioni che possono essere facilitate tramite il nuovo database del Corriere della Sera. (di Elisabetta Guglielmi)
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