Respinta ordinanza in merito al divieto di esporre animali in vetrina a Napoli.
Era stata accolta con favore dalle organizzazioni animaliste e da molti cittadini. L’ordinanza del Comune di Napoli sul divieto di esporre animali interi o in parti nelle macellerie a ridosso di Pasqua è stata però respinta dal Tar.
L’annuncio aveva sollevato l’indignazione degli operatori del settore. Non solo i commercianti ma anche le assocazioni di categoria come Assocarni. Il direttore generale di Assocarni François Tomei aveva ricordato “delle due l’una: o il provvedimento è di sanità pubblica, ma allora è contrario alle norme igienico-sanitarie nazionali e comunitarie vigenti che consentono l’esposizione di carcasse nelle vetrine appositamente refrigerate, oppure al contrario, ma sarebbe gravissimo, l’ordinanza è stata emanata con il solo intento di promuovere le convinzioni personali di alcuni, che sono rispettabilissime, purché rimangano nell’alveo della propria vita privata”.
All’indomani dell’ordinanza l’associazione dei commercianti aveva annunciato di presentare il ricorso al Tar. Il Tar ha accolto la richiesta delle associazioni del settore, annullando l’efficacia dell’ordinanza emanata dal Comune di Napoli in vista di Pasqua.
Il presidente della quinta sezione del tribunale amministrativo, Santino Scudeller, ha sospeso l’ordinanza fino alla discussione in camera di consiglio fissata dal giudice il 24 aprile.
Tempestivo il commento del presidente Lav, Gianluca Felicetti su twitter. “Agnelli in vetrina: ad essere stato bocciato è lo strumento Ordinanza perché, giustamente, Pasqua c’è tutti gli anni e non è imprevedibile. Non il merito. Per questo @ComuneNapoli attendiamo passi concreti per tutela animali ponderati e concreti per gli altri 364 giorni”.
Assocarni aveva ricordato che “il 93% degli italiani consuma abitualmente carne e quella ovina in particolare in occasione della Pasqua”. La filiera ovina italiana ha un ruolo fondamentale sul territorio come anche nella produzione di formaggi e di carni di qualità.
Tuttavia, la tendenza del consumo di carne di agnello per le festività di Pasqua è in diminuzione. Secondo i numeri riportati da ilfattoquotidiano, da dieci anni il numero degli agnelli uccisi per la Pasqua è in diminuzione. Si è passati da 730.000 a meno di 380.000 animali e solo nel 2017 si è registrato un calo del 10%. I
Una crescita di sensibilità dei cittadini tanto che viene calcolato che nel 2018, ben 7 famiglie italiane su 10 non mangeranno agnello a Pasqua.
Ogni anno si ripetono le campagne di sensibilizzazione sulle condizioni degli animali nei macelli. Una catena alimentare di massa che viola le norme di benessere degli animali e provoca sofferenza. Un fenomeno presente ovunque. In Svizzera sono state recentemente difuse le immagini delle atrocità a cui sono sottoposti gli animali nei macelli. A distanza di qualche giornom anche l’organizzazione animalista “Essere animali” aveva diramato un ennesimo video shock nel quale si vedono dei cuccioli che belano, terrorizzati, sottoposti ad una sofferenza disumana. Agnelli costretti a vedere uccisi altri simili. Animali strattonati, brutalmente fatti scendere dai camion e tramortiti.
C.D.
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