Nel canile di Ponticelli, un quartiere di Napoli, il canile rischia di rimanere senza acqua: i volontari fanno una precisa richiesta d’aiuto per i loro cani.
L’acqua è di sicuro il bene più prezioso che abbiamo sulla terra. Oggi più che mai siamo abituati (brutta abitudine potremmo dire) a sprecarne in quantità elevata. Eppure c’è a chi servirebbe come pane e la stessa acqua. A Napoli, nel canile del quartiere Ponticelli, sta per finire l’acqua. Così scatta immediatamente la richiesta d’aiuto. Una richiesta che viene scritta con un pennarello su un cartello affisso davanti all’ingresso del canile La Fenice.
Un appello lanciato dagli stessi volontari molto preoccupati dalla situazione che si potrebbe venire a creare da qui a pochi giorni. La frase parla chiaro: “S.O.S rischio chiusura”. Un inizio di frase che porge subito una riflessione. Poi continua: “Anche per noi, vostri fidati amici a quattro zampe, l’acqua è vita ed è essenziale. Non ce privatici di questo bene, in gioco c’è la nostra vita”. Una appello davvero straziante che lascia una scia di dolore nel cuore. A parlare è anche Melina Vitale, fondatrice dell’associazione La Fenice Adla. Dichiarazioni che non nascondono la paura e la preoccupazione per tale situazione: “Tra pochi giorni potremmo trovarci senza acqua, è davvero molto dura andare avanti così”.
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Il canile di Napoli senza acqua: l’aiuto dei Vigili del Fuoco non basta più
Dapprima l’aiuto dei Vigili del Fuoco, che garantiva il fabbisogno d’acqua tutti i giorni. Ora non basta più nemmeno quello, anche perché, come sottolineano i volontari e la stessa fondatrice Melina Vitale: “Fino a oggi avevamo il grande aiuto della caserma dei Vigili del Fuoco, che, con la loro bontà d’animo, ci garantivano il fabbisogno d’acqua impiegato, quotidianamente, nelle varie mansioni. Un modo che ci permette di accudire più di 200 cani. La caserma però, a breve, subirà dei lavori e la fornitura idrica verrà interrotta – commenta amareggiata Melina – Siamo un’associazione che si regge sulle gambe e le tasche dei volontari, niente di più. Senza nessun contributo da enti amministrativi”.
Tra le mura di questo autentico rifugio per cani trovati a un angolo della strada o abbandonati lungo la via, ci sono anche molti cani anziani e disabili, insomma, non in perfetta forma e che necessitano di apposite cura. Il canile va avanti grazie alle donazioni, che vengono fatte anche in modo diretto: coperte, crocchette e medicinali. Al momento, come detto poc’anzi, la struttura accoglie più di 200 cani: esattamente 210. Proprio nella giornata di ieri un pit bull è stato abbandonato, da qualche sconosciuto, davanti al cancello del canile, che spesso ha contribuito, e continua a farlo, al recupero di animali impiegati nei terribili combattimenti clandestini, messi in atto da uomini e donne che chiamarli tali a fare loro un complimento che gli appartiene.
Le ultime parole di Melina sono un vero colpo al cuore, ma soprattutto un invito a non mollare: “Abbiamo paura ed è normale che io, come tutti gli altri, siamo preoccupati per questi nostri amici a quattro zampe, che definirei tranquillamente degli angeli. Da sempre mettiamo anima e corpo in questo progetto, con le sole forze dei volontari. Non abbiamo mai chiesto nulla, ma questa volta non possiamo fare altro che appellarci al Comune affinché ci dia una mano per non chiudere questo posto che tanto aiuta cani maltrattati e abbandonati. Noi tutti confidiamo nel sindaco che ha portato avanti la lotta per l’acqua come bene pubblico in quel di Napoli. Ora, più che mai, chiediamo la tutela di questi splendidi cani”.